È continuata anche nel 2018 la flessione delle imprese artigiane in provincia di Reggio: durante l’anno scorso, infatti, le nuove iscrizioni nel Registro delle Imprese della Camera di Commercio sono state 1.350, contro le 1.563 aziende che hanno espresso la volontà di non proseguire l’attività, determinando così complessivamente un saldo negativo di 213 unità.
Il numero degli artigiani reggiani è sceso a quota 18.641, registrando una flessione dell’1,8%: un decremento che va avanti ormai da oltre dieci anni, secondo quanto emerge dalle elaborazioni dell’Ufficio studi della Camera di Commercio reggiana. Basti pensare che nel 2007, anno in cui le imprese artigiane hanno raggiunto la consistenza maggiore, erano 22.653.
Nella maggior parte dei settori di attività economica il 2018 ha fatto registrare un calo, anche se alcuni comparti hanno invece mostrato una certa dinamicità, in particolare nei servizi. Tra i servizi rivolti alle imprese, ad esempio, sono passate dalle 184 del 2017 alle attuali 195 le imprese che svolgono servizi di informazione e comunicazione, produzione di software e consulenza informatica, elaborazione dei dati, hosting e attività connesse.
Hanno inoltre raggiunto le 437 unità (+0,7%) le attività di servizi per edifici e paesaggio (cura e manutenzione del paesaggio, inclusi parchi, giardini e aiuole, servizi di pulizia generale).
Tra i servizi alla persona, invece, sono cresciute – passando in un anno da 37 a 52 – le imprese che svolgono attività di assistenza sociale non residenziale; hanno infine registrato un incremento dello 0,5% (raggiungendo le 1.297 unità) barbieri, parrucchieri e istituti di bellezza.
I settori che rappresentano la quota maggiore dell’artigianato in provincia di Reggio, ovvero le costruzioni (il 48,1% del totale) e il manifatturiero (il 22,7%), sono risultate invece ancora in sofferenza: le riduzioni più consistenti, infatti, hanno interessato soprattutto i due comparti più “forti” in termini di numerosità di imprese dell’artigianato: nel 2018 le aziende del settore edile si sono ridotte di 251 unità, scendendo così a quota 8.971 (-2,7%), mentre il manifatturiero – con una flessione dello 0,7% – è passato da 4.268 a 4.240 imprese.
In calo anche le imprese artigiane che operano nel trasporti e nel magazzinaggio, che in un anno sono scese dalle 1.023 del 2017 alle 984 del 2018, con una contrazione del 3,8%; in diminuzione (-2%) anche le attività di ristorazione (scese da 558 a 547), le attività connesse all’agricoltura (-5,6%) e le attività professionali, scientifiche e tecniche (-0,8%).
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Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
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