Nei primi nove mesi dell’anno cassa integrazione in flessione in provincia di Reggio: -79,1%

industria produzione cibo lavoratore

Tra gennaio e settembre di quest’anno in provincia di Reggio sono diminuite del 79,1% (rispetto allo stesso periodo del 2021) le ore di cassa integrazione autorizzate, che sono scese da 13,743 a 2,873 milioni: un valore, quest’ultimo, che rappresenta meno del 10% delle ore autorizzate nei primi tre trimestri del 2020 (all’epoca erano 29,210 milioni), periodo di maggior impatto della pandemia di nuovo coronavirus, in un anno che si chiuse con livelli di cassa integrazione mai toccati prima in Emilia.

L’analisi effettuata dall’ufficio studi della Camera di commercio di Reggio sui dati dell’Inps ha evidenziato una flessione del ricorso alla Cig che nel territorio reggiano è risultata superiore a quella registrata a livello nazionale (-77,8%), ma inferiore a quella registrata in Emilia-Romagna (-82%).

Suddividendo tra i diversi ammortizzatori sociali, il 56,5% delle ore autorizzate ha riguardato la cassa integrazione straordinaria (1,623 milioni di ore), mentre per la cassa integrazione ordinaria sono state autorizzate complessivamente 975.002 ore. A queste si aggiungono le ore riferite agli interventi in deroga (275.406, -97% rispetto ai primi nove mesi del 2021), destinati a lavoratori e lavoratrici di imprese escluse dalla cassa integrazione straordinaria: in questo caso il monte ore complessivo è stato utilizzato per il 58,4% dal commercio e per il 36,5% dalle attività di alloggio e ristorazione.


Le conseguenze dell’emergenza pandemica, dunque, almeno su questo fronte sembrano ormai superate, anche se il confronto con il 2019 evidenzia ancora uno scarto abbastanza netto: nell’ultimo anno pre-pandemico, infatti, le ore di cassa integrazione autorizzate tra gennaio e settembre furono 1,111 milioni, ovvero 1,762 milioni in meno rispetto ai valori attuali.

Sullo sfondo, inoltre, restano le preoccupazioni legate al forte rincaro dell’energia: nonostante le flessioni di prezzo in atto ultimamente, dunque, non è da escludere che a ottobre e a novembre si possano determinare condizioni tali da rendere necessario un aumento del ricorso alla cassa integrazione.