A fine febbraio Confcommercio-Imprese per l’Italia ha presentato un’analisi sull’andamento della demografia d’impresa nelle città italiane e nei centri storici. L’elaborazione dell’ufficio studi nazionale dell’associazione economica, effettuata sui dati forniti dal centro studi delle Camere di commercio, ha consentito di analizzare la situazione città per città.
Considerando il numero di attività commerciali in centro storico e in periferia, a Reggio tra il 2012 e il giugno del 2021 sono state perse in totale 233 imprese nel commercio al dettaglio, mentre sono aumentate di 75 unità le imprese del settore bar, ristoranti e alberghi (dato, quest’ultimo, frutto anche dell’emersione di bed & breakfast e affittacamere).
In totale il saldo è negativo: 158 imprese reggiane in meno, di cui 68 in centro storico. Una perdita importante, seppur inferiore a quella registrata nelle vicine Modena (-195 unità) e Parma (-179 unità), ma che è tutta inserita nel contesto pre-pandemico, dal momento che dal 2019 a metà 2021 la situazione è rimasta pressoché invariata.
Sempre rispetto a Parma e a Modena, inoltre, Reggio partiva da una situazione di forte gap di imprese nel commercio al dettaglio in centro storico rispetto a quelle in periferia, divario che è rimasto tendenzialmente costante negli anni. Il consuntivo di bar, ristoranti e alberghi in centro storico, poi, è rimasto praticamente invariato, mentre a Modena e a Parma è cresciuto; anche in questo caso, dunque, a Reggio la crescita di attività è avvenuta sostanzialmente al di fuori del centro cittadino.
Lo scenario reggiano, in sostanza, ricalca quasi in toto quello italiano dell’ultimo decennio: riduzione progressiva del tessuto commerciale nelle città (e in particolare nei centri storici), con la chiusura di 85.000 negozi al dettaglio e quasi 10.000 attività di commercio ambulante. I consumi nazionali risultano ancora sotto i livelli del 1999. Sono in controtendenza una parte delle attività di ristorazione, come street food e take away, e alcune tipologie di alloggio; con la differenza, però, che la demografia imprenditoriale del centro storico di Reggio non ha seguito il solco di questa controtendenza.
“In un contesto auguriamoci sempre più post-pandemico ma di stagnazione dei consumi, a causa dell’inflazione causata dal caro energia, bisogna sostenere le imprese e aiutarle a uscire definitivamente dalla crisi con l’utilizzo delle risorse del Pnrr”, ha commentato il presidente di Confcommercio Reggio Davide Massarini: “Attrattività e sicurezza devono essere i mantra della nostra città e del nostro centro storico. A tal proposito, il regolamento dei dehors che fine ha fatto?”.
Ultimi commenti
Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
Diranno, sia a sinistra che a destra, che c'è un disinteresse della politica, in particolare dei giovani, diranno che molti non votano perché pensano che, […]
Continuano gli straordinari successi elettorali dell'area riformista liberaldemocratica,che si ostina a schierarsi sempre indissolubilmente nel campo del centrosinistra senza mai beccare nemmeno un consigliere,cosi' come […]