200 delegazioni istituzionali in visita in Emilia-Romagna negli ultimi cinque anni da oltre 50 paesi dei cinque continenti; più di 100 progetti di cooperazione allo sviluppo; missioni all’estero (dallo Stato di New York al Canada, dal Camerun all’Etiopia, dall’Argentina a Shangai fino a Hong Kong e Pechino, solo per citarne alcune); 20 reti tematiche o trasversali a cui la Regione partecipa a livello europeo (tra queste Vanguard e Areflh, presiedute a lungo dalla Regione, Erlaim, Arepo, CRPM); un presidio in Silicon Valley che dal 2015 sostiene l’internazionalizzazione delle imprese e delle startup regionali; una legge ad hoc per l’attrattività con incentivi regionali per 52 milioni di euro a sostegno di iniziative d’impresa (che hanno generato investimenti per 160 milioni e circa 1.400 assunzioni di personale specializzato). Sono alcuni dei numeri che fotografano l’apertura internazionale che ha caratterizzato la Regione Emilia-Romagna nel corso di questa legislatura. Dal 2014, inoltre, sono state sostenute circa 2.900 realtà tra piccole e medie imprese, consorzi export per la partecipazione a fiere e progetti promozionali internazionali, grazie ai programmi per il sostegno all’internazionalizzazione del sistema produttivo regionale.
Scambio di conoscenze ed esperienze, lavoro e alta formazione, imprese, ricerca e innovazione, welfare e sanità, agroalimentare, ambiente, Big data e digitale: i temi sui quali i territori vogliono misurarsi sono tanti ed eterogenei, la risposta è una ed è riassunta dalla definizione “sviluppo sostenibile”, obiettivo che richiede una grande alleanza tra i sistemi scientifici, formativi, produttivi e del mondo del lavoro.
L’attività di rilievo internazionale svolta dalla Regione Emilia-Romagna dall’inizio della legislatura culmina con una chiamata a raccolta delle Regioni partner di quattro continenti, aree fra le più innovative al mondo: la Provincia sudafricana del Gauteng, la Provincia cinese del Guangdong, gli Stati della Pennsylvania e della California, la Regione francese della Nouvelle Aquitaine e il Land tedesco dell’Assia. Oggi i rappresentanti governativi di queste Regioni e Stati, sotto la regia dell’Emilia-Romagna, firmano un’alleanza inedita sottoscrivendo la Dichiarazione “Regions for global sustainable development”, con cui si impegnano ufficialmente a una collaborazione concreta sui temi “caldi” dei Big data, della digitalizzazione, della trasformazione dei sistemi produttivi, di quelli di protezione sociale, delle città che cambiano e delle aree periferiche, dei cambiamenti climatici e dell’ambiente. Sfide da cogliere, per risposte che guardino ai bisogni dei cittadini e delle comunità.
Si tratta di una rete aperta, del primo passo verso un’alleanza ancora più ampia: l’Emilia-Romagna invita ad aderire anche altre regioni che vogliano condividere saperi, conoscenze, sperimentazioni e progetti attuati, mettendosi in gioco su questi argomenti, arricchendosi grazie alle esperienze messe in comune dai territori stranieri.
Uno scenario di apertura internazionale nel quale l’Emilia-Romagna si pone come snodo, centro di coordinamento e luogo di confronto, sulla base degli investimenti fatti che la portano ormai a essere la Data Valley internazionale, con la scienza al servizio delle persone.
Emilia-Romagna, la scienza al servizio delle persone. L’impegno della Regione per la crescita sostenibile nell’ambito delle specializzazioni intelligenti, si traduce da Piacenza a Rimini con 2 miliardi 229,21 milioni di euro – 89,72 a Piacenza, 317,33 a Parma, 224,28 a Reggio Emilia, 317,13 a Modena, 909,74 a Bologna, 91,78 a Ferrara, 112,51 a Forlì-Cesena, 123,13 a Ravenna e 43,49 a Rimini – di investimenti complessivi dal 2014 a oggi, di cui 996,01 regionali – 45,23 a Piacenza, 128,72 a Parma, 105,52 a Reggio Emilia, 166,62 a Modena, 361,36 a Bologna, 46,67 a Ferrara, 60,84 a Forlì-Cesena, 58,65 a Ravenna e 22,43 a Rimini.
Il tutto per finanziare 5.104 progetti – 412 a Piacenza, 532 a Parma, 583 a Reggio Emilia, 788 a Modena, 1.438 a Bologna, 265 a Ferrara, 440 a Forlì-Cesena, 457 a Ravenna e 179 a Rimini – nei settori dell’agroalimentare, edilizia e costruzioni, meccatronica e motoristica, industrie per la salute, il benessere, culturali, creative e innovazioni nei servizi.
Progetti che hanno permesso anche la creazione di 160 nuove imprese e l’assunzione di 2.056 nuovi ricercatori.
In tutta la regione, grazie all’ecosistema regionale dell’innovazione, hanno trovato casa 16 Istituti tecnici superiori (Its), 11 Tecnopoli, 38 incubatori a supporto della creazione e dello sviluppo d’impresa, 19 laboratori di fabbricazione digitale della Rete Mak-ER, 9 laboratori attrezzati e 96 laboratori di ricerca industriale della Rete regionale Alta tecnologia.
Ultimi commenti
Anche l' Ordine degli Avvocati di Reggio Emilia .
Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
Diranno, sia a sinistra che a destra, che c'è un disinteresse della politica, in particolare dei giovani, diranno che molti non votano perché pensano che, […]