La preparazione, dopo la dittatura fascista, di “un nuovo tempo di libertà”, quello che stiamo vivendo oggi. È ciò che è stata la Resistenza, quella culturale accanto a quella fatta di combattimenti e sacrifici, secondo il sindaco di Modena Gian Carlo Muzzarelli intervenuto in piazza Grande nella manifestazione del 25 aprile, promossa insieme all’Anpi, sottolineando l’importanza di tornare a celebrarla in presenza, dopo le restrizioni del Covid, e con lo sguardo rivolto al futuro, tenendo viva la memoria e rivolgendosi ai giovani: “Possiamo trovare più fiducia e ottimismo se pensiamo che nel momento più buio gli italiani trovarono nella lotta di Liberazione questo coraggio e questa consapevolezza”.
Nell’intervento di Muzzarelli non sono mancati i riferimenti all’attualità, alla guerra ai confini dell’Unione europea, all’invasione russa che ha portato morte, distruzione e l’emergenza umanitaria per milioni di persone (Modena ospita ormai 3 mila profughi dall’Ucraina) e per la quale è urgente una soluzione diplomatica, ma ha evitato parallelismi retorici con la festa di Liberazione: oggi parliamo di pace, di solidarietà e lavoriamo per l’unità del Paese, è stato il messaggio: “La storia né si inventa né si cancella e soprattutto non può essere stiracchiata a piacimento per fini contingenti. E’ però assolutamente vero e inconfutabile che anche quella dell’Ucraina è una resistenza; una resistenza contro una invasione militare violenta e pianificata ingiustificabile”, ha affermato il sindaco citando il presidente Mattarella: “La pretesa di dominare un altro popolo, di invadere uno Stato indipendente, ci riporta alle pagine più buie dell’imperialismo e del colonialismo”.
Ricordando la revoca della cittadinanza onoraria a Mussolini, votata giovedì dal Consiglio comunale, il sindaco ha ribadito che la storia non può essere cancellata, ma la forza di questo atto simbolico serve a promuovere la memoria e riflettere sui nuovi fascismi, attualissimi, che mettono in dubbio l’essenza della democrazia. E Muzzarelli ha invitato i sindaci italiani a non vietare “Bella ciao”, un canto di libertà.
Dedicato all’attualità anche l’intervento di don Mattia Ferrari, il sacerdote modenese che, come cappellano della ong Mediterranea Saving Humans, ha partecipato a diverse azioni umanitarie sulla nave che presta soccorso in mare ai migranti. L’organizzazione è attiva anche in Ucraina. Don Ferrari, che con il giornalista di “Avvenire” Nello Scavo, è autore del libro “Pescatore di uomini”, ha sottolineato, appunto, che “la memoria deve farsi impegno e portarci a riflettere su cosa vuol dire liberazione oggi”, ha richiamato il riferimento ai lager libici fatto da papa Francesco e frutto anche “delle scelte fatte dal nostro Paese” e ha citato Carola Rackete e la sua denuncia della “crisi della giustizia globale” alle origini delle migrazioni. Dopo aver richiamato la lettera alla città del vescovo Erio Castellucci sull’esigenza di ascoltare i giovani come via per ritrovare la speranza, don Ferrari ha affermato che di di fronte alla malattia dell’egoismo (“la peste del cuore”), l’augurio per la Festa della Liberazione è di riuscire a cambiare “i nostri cuori” con il coraggio “di guardare negli occhi e di toccare con mano le ferite di chi soffre” per “liberare noi stessi e gli altri dalla peste del cuore”. Una strada è quella della compassione, suggerita dalla maestra buddhista Bhiksuni Chuehmen, del dare senza aspettarsi nulla in cambio e che può contribuire a costruire un altro mondo.
La giornata si è aperta con la messa in Duomo, officiata dal vicario generale Giuliano Gazzetti, per poi proseguire con il corteo in via Emilia, con la banda cittadina “A. Ferri” e raggiungere piazza Grande per l’omaggio al Sacrario della Ghirlandina. Le iniziative fanno parte del programma di appuntamenti per la Festa della Liberazione predisposto dal Comune con il Comitato comunale per la storia e le memorie del Novecento che continua anche nei prossimi giorni con mostre, musica e incontri culturali.
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Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
Diranno, sia a sinistra che a destra, che c'è un disinteresse della politica, in particolare dei giovani, diranno che molti non votano perché pensano che, […]
Continuano gli straordinari successi elettorali dell'area riformista liberaldemocratica,che si ostina a schierarsi sempre indissolubilmente nel campo del centrosinistra senza mai beccare nemmeno un consigliere,cosi' come […]