Alla vigilia del centenario della fondazione dei Fasci, avvenuta a Milano il 23 marzo 1919, abbiamo dovuto ascoltare la dichiarazione che Antonio Tajani, presidente del Parlamento europeo, ha rilasciato a “La Zanzara” su Radio 24: «Mussolini? Fino a quando non ha dichiarato guerra al mondo intero seguendo Hitler, fino a quando non s’è fatto promotore delle leggi razziali, a parte la vicenda drammatica di Matteotti, ha fatto delle cose positive per realizzare infrastrutture nel nostro paese, poi le bonifiche». Sulla drammatica vicenda Matteotti, come la chiama Tajani, quasi fosse un semplice incidente di percorso su una strada immacolata e non imbrattata del sangue degli oppositori, vi consiglio, se non volete leggere libri di storia, M, il figlio del secolo di Scurati, altrimenti non avete che l’imbarazzo della scelta, di saggi storici ne potete trovare tantissimi a partire da quelli scritti da storici locali di vaglia come il reggiano Rolando Cavandoli.
Ma le parole di Tajani replicano anche leggende, bufale – fake news come si dice oggi in questo tempo postmoderno – costruite dal fascismo stesso che continuano tutt’oggi a gonfiarsi, amplificarsi, perpetrarsi e diffondersi attraverso la fibra ottica. Il web, il moderno bar sport elettronico.
Per questo il pamphlet dello storico Francesco Filippi è l’antidoto che mancava per metter ordine ma, soprattutto, per smascherare questa specie di trompe-l’oil storica. Contro l’appropriazione indebita che il fascismo fece, ad esempio, di iniziative legislative messe in opera dal precedente Stato liberale.
Filippi dedica, in proposito, un capitolo per smontare la bufala secondo cui Mussolini avrebbe dato la pensione agli italiani. In realtà, nel 1919, dopo la prima guerra mondiale il sistema previdenziale, «nato dalle riforme della sinistra storica di Francesco Crispi», divenne universale. Il governo liberale di Vittorio Emanuele Orlando estese a tutti i lavoratori il diritto alla pensione. Poi l’autore spiega gli interventi che il fascismo fece dal 1922 al 1939 sul fronte previdenziale, che non fu ampliato, ma Mussolini lo riorganizzò in modo tale da raggiungere lo scopo di «asservire e rendere controllabile il sistema direttamente dai vertici del potere». Rimaniamo sulle normative che il fascismo avrebbe introdotto a favore dei lavoratori per parlare del premio in busta paga o “tredicesima”, denominata dal regime “gratifica natalizia”. Il bonus fu, in effetti, introdotto nel 1937, ma solo a beneficio degli impiegati dell’industria. La tredicesima mensilità, come oggi la conosciamo, dovette aspettare il 1960 per diventare «un diritto dei lavoratori e non una concessione».
Quello che in realtà il fascismo fece per i lavoratori fu la sottrazione delle libertà con le “leggi fascistissime” del 1926 che trasformarono lo Stato liberale in Stato totalitario.
Tajani afferma ancora che il regime mussoliniano è intervenuto positivamente per realizzare opere infrastrutturali e bonificato aree del Paese. Filippi smonta punto per punto in capitoli specifici (“Il duce bonificatore”; “Il duce costruttore di strade”; “Quando c’era Lui i treni arrivavano puntuali”, ecc.), simili luoghi comuni diffusi in modo interessato. E anche sulle leggi razziali è convincente: per essere razzista Mussolini non ha dovuto aspettare il 1938, quando emanò, con la firma del re, le leggi antiebraiche. Basti pensare alla legislazione legata alle guerre di conquista coloniale.
Mussolini ha fatto anche cose buone è un testo che rimette a posto le cose. Con buona pace dei nostalgici delle idiozie che continuano a diffondere sul fascismo, a cui questo libro non è rivolto. È rivolto, invece, a tutti coloro che sono disarmati di fronte alle idiozie che continuano a circolare sul fascismo.
Francesco Filippi, Mussolini ha fatto anche cose buone. Le idiozie che continuano a circolare sul fascismo, Bollati Boringhieri, Torino 2019, pp. 12,00 euro (recensione di Glauco Bertani).
Colonna sonora:
Kraftwerk, Trans Europe Express
Gilberto Mazzi, Mille Lire Al Mese
Ottimo Glauco, volevo acquistarlo e, dopo questa recensione, sono ancora più motivato.