Cavriago piange la scomparsa di Mario (Giuseppe) Morini. Cavriaghese Doc, conosciuto come Macaia, Morini si è spento nella notte tra martedì e mercoledì all’età di 93 anni. Così lo ricorda Jones Reverberi, storico ex segretario del Pci cavriaghese.
Macaia non balla più. Non stiamo parlando della Macaia ligure, così ben descritta da Paolo Conte nella bellissima canzone “Genova per noi”. Quella macaia lì è un fenomeno atmosferico tipico della Liguria. No. Vogliamo ricordare invece il nostro Macaia: all’anagrafe Mario (Giuseppe) Morini cavriaghese Doc che ci ha lasciati nella notte tra martedì e mercoledì all’età di 93 anni. Se ne va con lui un frammento della vita di Cavriago. Difficile e semplice al tempo stesso ricordare chi era. Macaia era tante cose a volte anche contraddittorie tra loro. I cavriaghesi direbbero semplicemente che era ” un numer, un originel ” Ma più delle parole parlano di lui alcune immagini del film “Pareven formighi” del regista Daniele Segre presentato alla mostra del cinema di Venezia nel 1997.
In un passo del film Macaia si esibisce in un nostrano “bughi- bughi” con con la stessa partner con la quale lo aveva ballato 50 anni prima in una locale commedia post bellica. In quelle immagini c’è tutto Macaia, scanzonato allegro leggero. Macaia è stato nella sua non breve vita tante cose abbiamo detto: Staffetta partigiana da ragazzo, poi commerciante di vinacce d’uva per le distillerie, per un po’ negoziante di formaggi e salumi, trasportatore occasionale, vivaista (gran parte dei Pini e delle Magnolie dei Giardini di Cavriago sono stati forniti da lui) assicuratore Unipol e infine vigile urbano a Reggio Emilia. Un vigile urbano totalmente diverso da quelle interpretato al cinema da Alberto Sordi. Tanto carogna era quello quanto comprensivo buontempone era Macaia. Per anni è stato ” sparecchiatore specializzato ” alla festa dell’Unità di Gorganza come militante del PCI.
È stato, Macaia, un pioniere del volontariato cavriaghese: volontario Auser, tra i promotori di Noi con Voi, volontario Airc organizzando la vendita delle Azalee, per anni volontario Avo all’ospedale di Montecchio, volontario della Croce arancione e forse dimentichiamo qualcosa. Come dice la sindaca di Cavriago Francesca Bedogni: “Con Macaia se ne va uno degli ultimi testimoni del dopoguerra di Cavriago. Era impossibile non conoscerlo, coinvolto da sempre in tante attività di volontariato del paese, fu uno dei protagonisti di “Pareven Furmighi” e di altre attività teatrali. Con i laboratori dedicati all’intaglio e alla falegnameria, insieme agli amici di sempre, ha tenuto viva la perizia e la tradizione dei padri. Di questo gli saremo sempre grati e per questo terremo sempre vivo il suo ricordo nelle attività di recupero della storia locale in cui siamo impegnati come Comune e come comunità.” S
ua è stata l’idea di realizzare nel suo laboratorio di falegnameria e Restauro “la Capannina ” (niente a che vedere con quella Versiliana) poco distante dal chiesolino di San Giovanni un laboratorio di restauro intaglio intarsio doratura, in collaborazione con Comune e Auser. Riunendo lì le migliori “mani d’oro ” dei Maestri del Lavoro del paese ed anche di fuori comune. Con una produzione di alta qualità di oggetti tavolini cornici sculture. La sua Capannina era meta obbligata per molti di noi e di curiosi tanto nelle afose giornate estive, all’ombra dei Tigli da lui piantati, quanto nelle brumose giornate invernali; seduti nelle due fumose stanze interne riscaldate da fumiganti stufe. Caro Macaia, Caro Mario so che non avresti voluto essere ricordato pubblicamente, non per falsa modestia, perché eri fatto così. Originale, come quando per sposare la tua cara Nunzia, alla quale vogliamo fare sentire tutta la nostra vicinanza, hai voluto farlo a Rimini. Noi però che per anni abbiamo avuto con te un rapporto di stima e di fiducia reciproca non potevamo non ricordarti. Ora però ti salutiamo commossi con una sola parola: mancherai.
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