Morto a Reggio Emilia il partigiano Alì (Giglio Mazzi). Il cordoglio

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È morto a Reggio Emilia, all’età di 97 anni, il Partigiano Alì, al secolo Giglio Mazzi, uno dei simboli della Liberazione.

Fino all’ultimo è stato lucido e attivo nel diffondere i valori della libertà partecipando alle feste legate alla Resistenza e alla memoria col suo immancabile fazzoletto al collo dell’Anpi (di cui è stato segretario a lungo della sezione ‘Ospizio’ di Reggio) e parlando ai giovani delle scuole.

Insieme a Germano Nicolini – il ‘Partigiano Diavolo’, morto nell’ottobre 2020 – è stato uno dei combattenti più rappresentativi del territorio reggiano.

Mazzi – conosciuto in battaglia anche come ‘Febo’ – era nato il 18 febbraio 1927 a Campogalliano, in provincia di Modena. Con la sua famiglia di origine operaia, si trasferì poi nel Reggiano, prima a Mandrio di Correggio, poi a Rio Saliceto e infine a Reggio Emilia. Il padre Adriano ha convinzioni socialiste e proprio in questa zona diventa segretario di uno dei primi circoli; per questo è anche perseguitato e picchiato dai fascisti. Con l’arrivo della guerra e poi con l’armistizio del settembre 1943, Giglio decide di aderire alla lotta di Resistenza. Nel luglio 1944 entra nei Sap, per poi diventare Capo Nucleo di un Distaccamento Gap che opererà in particolare nelle zone comprese fra Reggio Emilia, Rubiera, Castellazzo, fino al pedecollina. Ferito in azione il primo gennaio 1945, trascorre un periodo di riposo nascosto in diverse cascine della pianura e successivamente viene inquadrato nel Distaccamento “Katiuscia” della 37^ Brigata Gap “Vittorio Saltini”. Dal 1963 al 1967 ricopre l’incarico di direttore della Cooperativa Muratori di Reggio Emilia e, in seguito, fino al 1977, di direttore amministrativo delle Farmacie Comunali Riunite.

Il cordoglio del sindaco di Reggio Emilia, Marco Massari. “Ciao partigiano Alì! Ciao caro concittadino Giglio Mazzi. Reggio Emilia è orgogliosa di averti tra i suoi figli. Fai buon cammino sui sentieri dei Gappisti, con il tuo volto aperto e schietto sferzato dal vento della Liberazione oggi come nel ‘45. Sì, oggi come allora, perché la gente come te nella sostanza non cambia mai, per nostra fortuna non è mai cambiata. E non si perde mai, perché i sentieri della vita scelti sono quelli giusti, dall’inizio alla fine, con il giusto punto di partenza, l’antifascismo, e il giusto punto di arrivo, la democrazia, la libertà, la Costituzione della nostra Repubblica.

Quanto dobbiamo alla tua generazione! Un debito che potremo onorare soltanto custodendo e moltiplicando mille volte questa vostra eredità, nella pace, nel riconoscimento reciproco personale e dei diritti individuali e collettivi.

Te ne sei andato in punta di piedi, a pochi giorni dalla commemorazione dei Martiri del 7 Luglio: compagni cittadini, fratelli partigiani. Eri estroverso, di grande spirito, di temprata forza, di intelligenza brillante, dotato di una sintesi folgorante quando volevi farti capire, far intendere il senso robusto e irrinunciabile dei tuoi racconti, dei tuoi ragionamenti.

Ma non facevi sfoggio delle tue scelte, del tuo sacrificio fino a un passo dalla morte quando i fascisti ti spararono sulla via Emilia dalle parti di Ospizio, dove operavi. Non hai mai ‘usato’ la Resistenza per celebrarti, bensì per celebrare la Libertà di tutti.

Eri un testimone. Sei stato un testimone dall’inizio alla fine di quel sentiero, un cammino di ben 97 anni, prima come combattente della Resistenza a soli 17 anni, poi come ricostruttore, assieme alla tua generazione umile e fiera, del nostro Paese e della nostra Città: segretario dell’Anpi di Ospizio, impegnato come dirigente nella cooperazione, poi direttore amministrativo delle nostre Farmacie comunali riunite, quelle nate 120 anni fa per dare farmaci e curare gratis la gente povera.

Eri l’ultimo partigiano del distaccamento Katiusciadella 37^ Brigata Gap ‘Vittorio Saltini’, dove Gap sta per Gruppi di azione patriottica, dove la Patria tornava ad essere terra dei padri, dove Patria tornava ad essere madre, non bieca matrigna come vent’anni di dittatura avevano prima insinuato e poi imposto agli italiani. E come inossidabile Gappista sei infine diventato amico dei nostri ragazzi e ragazze, che mille volte, fino a una manciata di tempo fa, ti hanno ascoltato.

Hai raccontato cose grandi in maniera semplice. Con te, caro Giglio, si poteva pensare che essere partigiani antifascisti nel pieno della barbarie nazifascista fosse una cosa normale, quotidiana, autentica. Ed era, ed è giusto pensare così, perché per voi, per te e per i tuoi compagni partigiani e per tutti gli antifascisti era ‘normale’ essere così. Costava tanto, anche la vita, ma era normale, perché ne valeva la pena. Avete avuto il coraggio e la lucidità di testimoniare che ciò che non era normale era quel che circondava e pervadeva tutto, il regime fascista.

Quel vento sul tuo volto soffia ancora in profondità, nei cuori e nelle menti di ogni cittadino democratico, di ogni insofferente ai soprusi e alle tirannie, di ogni persona libera.

Desidero esprimere il cordoglio mio personale e dell’Amministrazione comunale alla signora Dea, per 65 anni moglie di Giglio, ai figli e agli altri famigliari, a quanti – tanti e di diverse generazioni – hanno conosciuto, amato e ammirato il nostro partigiano Alì”.

Istoreco ricorda Giglio Mazzi, il partigiano Alì: addio a un amico. L’istituto storico reggiano Istoreco si unisce al dolore di tutta la provincia per la morte di Giglio Mazzi, il 98enne partigiano Alì. Giglio è stato un grande protagonista della storia reggiana, dalla Resistenza a cui aderì giovanissimo sino ad oggi, come dirigente e come testimone.
Ma prima di tutto, per Istoreco è stato un amico. Un amico generoso, caro e prezioso. Nei decenni, in tante occasioni ha offerto la sua vitalità, la sua memoria, la sua voglia di raccontare e di sorridere, come uno dei nostri principali testimoni. Lo ha fatto in tante occasioni, con le scuole, con migliaia di ragazzi stranieri arrivati tramite i Sentieri Partigiani a Reggio, lo ha fatto in tanti luoghi. Quando veniva chiamato, Giglio era sempre disponibile e sempre pronto, impressionante per la su energia anche a 95 anni passati.
Un momento su tutti, lo vogliamo citare. L’aprile 2021. L’Italia era di nuovo chiusa per il Covid, festeggiare il 25 Aprile e ricordare la Resistenza in piazza non era possibile. Con il Comune di Reggio Emilia, abbiamo organizzato una video diretta dal luogo simbolo della città, la Sala del Tricolore, per far parlare i due testimoni più vitali e apprezzati, Giglio Mazzi e Giacomina Castagnetti. Amici da sempre, cresciuti a pochi km di distanza, compagni di impegno nella lotta resistenziale e nel dopoguerra, raccontarono a migliaia di persone collegate le loro esperienze di partigiani poco più che adolescenti. Giglio incantò tutti con la sua forza, quella forza che lo ha sempre accompagnato, nelle uscite, nelle feste, nei viaggi con l’amatissima moglie Dea, nelle escursioni in montagna a caccia e a funghi.
E lo ricordiamo anche ogni 28 luglio, alle Officine Reggiane, a ricordare l’eccidio del 1943, quando nove operai vennero uccisi dai militari. A manifestare, quel giorno, c’era anche Giglio. Di fronte, ha sempre raccontato, un suo ex insegnante. Quella data, come per tanti ragazzi reggiani, rappresentò la scintilla per armarsi e impegnarsi attivamente. Lui lo ha fatto a modo suo, con coraggio, nella maniera più pericolosa, come gappista impegnato in città in mille azioni pericolosissime.
Poi raccontate con infinità umanità a migliaia di giovani. Era un amico vero, se lo chiamavi, non diceva mai di no.

Scomparsa Giglio Mazzi, il ricordo dell’assessore Alessio Mammi. “Ciao Partigiano Alì. Un saluto commosso a Giglio Mazzi – ha ricordato l’assessore regionale Alessio Mammi -. La morte delle persone perbene coglie ogni volta impreparati e sgomenti. Il Partigiano Alì, combattente della Resistenza nel distaccamento Katiuscia a soli 17 anni, ha sempre avuto la “schiena dritta” come si dice dalle nostre parti e lui ha sempre saputo da che parte stare.
Giglio col suo carattere franco, solare, aperto, non ha mai fatto mancare la propria testimonianza di resistente e il significato profondo che ha accompagnato questa sua coraggiosa esperienza alle generazioni che sono venute dopo con profondo senso di giustizia, valore civile e di comunità, e amore per la sua città, Reggio Emilia, che ha sempre contraddistinto la sua lunga vita. Un abbraccio speciale ai suoi famigliari. Caro Giglio, grazie di tutto! E che il Cammino della Liberazione ti accompagni sempre!”.

L’Anpi di Reggio Emilia: grazie partigiano Alì, non ti dimenticheremo. Nella notte ci ha lasciato Giglio Mazzi, il partigiano “Alì”, ultimo combattente delle formazioni Gap reggiane (Gruppi di Azione Patriottica).
Ci ha lasciato anche un prezioso testimone che fino all’ultimo ha dialogato con gli studenti di tutta Italia per esprimere loro le idee, i sogni e le aspettative che, grazie alla lotta di Resistenza, sono diventati i principi fondamentali della nostra Costituzione.
Giglio Mazzi aveva compito 97 anni a febbraio ed era stato festeggiato da circa 200 ragazzi delle scuole medie inferiori sul palco del teatro Herberia di Rubiera. È stata la sua ultima conferenza davanti a centinaia di giovani che lo hanno applaudito come un eroe. Per i ragazzi Alì era un mito, una leggenda. Dopo tre ore passate a raccontare la sua storia e a rispondere a domande, gli studenti non volevano lasciarlo andare. Volevano saperne di più, volevano stringergli la mano, volevano fare un selfie con lui e pubblicare sui social la sua storia. Fino all’ultimo, anche quando le forze non erano più quelle di un tempo, il partigiano Alì ha saputo entrare nei cuori delle giovani generazioni come aveva fatto tante altre volte in questi decenni. Sì, perché Giglio ha sempre voluto raccontare, soprattutto agli studenti, come sono state la dittatura, la guerra, la Resistenza. Non ha mai nascosto nulla e ha cercato di spiegare con parole semplici l’importante ruolo della lotta partigiana. Andava fiero di ciò che aveva fatto per costruire un mondo di libertà, giustizia e democrazia. Per tutta la vita ha testimoniato il suo attaccamento ai principi costituzionali, nati dalle idee, dai valori e dalle ispirazioni emersi nella lotta di Liberazione.
Caratterizzato da una esuberanza sincera e libertaria, Giglio Mazzi è stato un esempio anche per chi giovane non è. Ci ha insegnato che la libertà si difende con il coraggio ma anche con il sorriso. Ci ha lasciato un insieme di ricordi bellissimi grazie ai suoi racconti che accompagnava sempre con una serenità e una pace interiore difficili oggi da trovare.
Ora, caro Alì, salutaci tutti i partigiani che ti hanno preceduto e che, come te, hanno contribuito a scrivere la nostra Costituzione versando il proprio sangue.
Non dimenticheremo una sola parola, un solo sguardo, un solo sorriso, una sola carezza. Grazie partigiano Alì

La biografia
Nato a Campogalliano il 18 febbraio 1927 da una famiglia operaia, Giglio consegue il diploma di avviamento professionale, lavora alle Reggiane e nel luglio 1944 aderisce, giovanissimo, alla brigata Sap e successivamente entrerà a far parte del Distaccamento Gap “Katiuscia”, attivo nella zona Est della città tra ospizio, Masone e Rubiera.
Nel Capodanno del 1945 viene gravemente ferito insieme ad Otello Montanari in uno scontro, sulla via Emilia. Riesce a salvarsi dopo una lunga convalescenza passata nelle case di latitanza della zona.
Alla fine della guerra Giglio Mazzi viene inserito nel Corpo di Pubblica Sicurezza Ausiliaria presso la Questura di Reggio dalla quale uscirà dopo la sistematica epurazione degli ex partigiani.
Successivamente guida la sezione ANPI di Villa Ospizio. Consegue prima il diploma di ragioniere e poi si laurea in Economia e Commercio. Dirigente del movimento cooperativo assume successivamente la carica di direttore amministrativo delle Farmacie Comunali Riunite.
Da quando è andato in pensione, ha dedicato gran parte del suo tempo a portare la sua testimonianza di partigiano attraverso conferenze, libri e immagini. Sono state migliaia le scolaresche incontrate, centinaia i dibattiti a cui ha partecipato. L’ultimo libro “Non eravamo terroristi”, pubblicato dall’Istituto Cervi, è stato scritto assieme a Denis Fontanesi e Mirco Zanoni. L’intervista raccolta da Anpi nel 2020 è diventata un filmato, “L’ultimo gap” (regia di Paolo Bonacini), che ha fatto giro dell’Italia (ora disponibile sul sito anpireggioemilia.it.
I funerali si terranno domani. La salma partirà alle ore 17 dalla sede delle Onoranze funebri Reverberi in via Terezin a Reggio Emilia per il cimitero di Coviolo.

L’ANPI si stringe alla famiglia in questo momento triste e lo ricorda a tutti con commozione.

 



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