Lunedì 4 luglio è morto dopo una lunga malattia, all’età di 75 anni, Moris Bonacini, che fu un importante dirigente del Pci e del Pds di Reggio Emilia. Lascia la moglie Fabrizai, i figli Andrea e Nicola. La camera ardente è stata allestita martedì 5 luglio presso l’arcispedale Santa Maria Nuova di Reggio, mentre i funerali si svolgeranno in forma strettamente privata.
Nato a Reggio il 26 dicembre del 1946, nel 1961 si iscrisse alla Federazione giovanile dei comunisti italiani (Fgci), entrando poi nel 1968 nel Partito comunista italiano (Pci). Nel 1969 divenne componente del comitato federale di Reggio, e dal 1972 al 1976 entrò a far parte della segreteria reggiana. Dal 1975 al 1980 e dal 1982 al 1987 fu consigliere comunale a Reggio. Nel 1976 entrò a far parte del comitato regionale Emilia-Romagna, e nel 1979 fu chiamato nella segreteria regionale del partito.
Nel gennaio del 1982 fu confermato come componente della segreteria e del comitato regionali. Contestualmente fu eletto tra i componenti del comitato direttivo, designato a far parte della delegazione del partito presso il comitato regionale della Fgci e nominato responsabile del dipartimento della cultura. Nell’aprile del 1983 uscì dalla segreteria regionale e dal dipartimento, pur continuando a rivestire incarichi di direzione nel settore della cultura e delle istituzioni. Dal 1985 al 1995 fu consigliere regionale e capogruppo, mentre dal 1990 al 1995 fu assessore regionale all’ambiente.
“Era tra i più impegnati nella riflessione sul modello emiliano nella seconda metà degli anni Settanta dopo i fatti di Bologna, quando si ponevano i temi dell’apertura alle nuove domande dei giovani, della riforma del welfare, della sostenibilità ambientale, che sarebbero entrati in scena pochi anni dopo”, lo ha ricordato Lino Zanichelli.
“Negli anni Ottanta avemmo parecchi scambi, visto che mi occupavo di quei temi a Reggio. Uscì da viale Aldo Moro nel 1995, dove io arrivai pochi anni dopo seguendo lo stesso percorso, capogruppo e assessore all’ambiente. Negli ultimi anni si era occupato di relazioni internazionali per il Comune di Reggio e si era dedicato alla ricerca e alla scrittura. Moris era un uomo riservato, ma si era fatto sentire con chiarezza nei momenti di dibattito e di scontro. Una posizione riformista, senza interpretarla mai come una corrente, un approccio costruttivo e unitario. Era molto serio e rigoroso nella sua analisi dei processi e nell’azione politica. Da qualche anno non ci si sentiva, ma ho un ricordo molto nitido di tanti momenti politici condivisi, come se ci fossimo confrontati ieri. E questo perché era ben chiaro, anche se non urlato, il suo pensiero. Un sentito saluto a Moris e un abbraccio ai suoi familiari”.
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Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
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