“Non l’ho uccisa io”: è quello che sostiene Danish Hasnain, lo zio di Saman Abbas, considerato invece dagli inquirenti l’esecutore materiale dell’omicidio della nipote diciottenne.
La ragazza era svanita nel nulla nella notte tra il 30 aprile e il primo maggio del 2021 dalla sua abitazione di Novellara, in provincia di Reggio, dopo essersi opposta a un matrimonio combinato in patria che era stato organizzato per lei dai suoi genitori Shabbar Abbas e Nazia Shaheen.
Il corpo della giovane è stato ritrovato solo dopo un anno e mezzo, alla fine di novembre del 2022, interrato a tre metri di profondità nelle campagne della Bassa Reggiana, proprio grazie alle rivelazioni di Hasnain, che il 18 novembre dell’anno scorso aveva indicato dove scavare per trovare il cadavere.
Pochi giorni prima l’uomo aveva chiesto di poter parlare con la polizia penitenziaria del carcere di Reggio, struttura nella quale era rinchiuso fin dal suo arrivo in Italia: il 34enne di nazionalità pakistana, infatti, era stato arrestato il 22 settembre scorso in Francia, e solo successivamente era stato estradato in Italia.
Pur negando il suo coinvolgimento nell’omicidio della nipote, Danish Hasnain ha ammesso di aver accompagnato i due cugini della ragazza Nomanhulaq Nomanhulaq e Ikram Ijaz (anche loro già arrestati e detenuti nel carcere reggiano) a seppellirne il corpo ormai senza vita: “Voglio dirvi che io non ho ucciso Saman e per questo non voglio avere una condanna per colui che l’ha uccisa”, ha detto Hasnain. Saranno ora le indagini a stabilire quanto di questo sia effettivamente vero.
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Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
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