Sarà probabilmente martedì 31 gennaio la data in cui il giudice del tribunale di Islamabad, in Pakistan, si esprimerà sulle istanze di rilascio su cauzione e di inutilizzabilità della documentazione presente nel fascicolo a carico di Shabbar Abbas, arrestato lo scorso 15 novembre e tuttora in carcere con l’accusa di aver ucciso la figlia e di averne occultato il cadavere.
Saman Abbas, 18 anni, era svanita nel nulla nella notte tra il 30 aprile e il primo maggio del 2021 dalla sua abitazione di Novellara, in provincia di Reggio, dopo essersi opposta a un matrimonio combinato in patria che era stato organizzato per lei dai suoi genitori. Il suo corpo è stato ritrovato dopo un anno e mezzo, a fine novembre scorso, interrato a tre metri di profondità nelle campagne della Bassa Reggiana.
Secondo l’avvocato di Shabbar Abbas, gli atti emessi da altre corti o giurisdizioni dovrebbero essere prodotti in originale, e non in copia, mentre il funzionario del ministero che ha istruito il fascicolo per l’estradizione dell’uomo, richiesta dall’Italia, ha invece confermato la correttezza della documentazione presentata agli atti. Il giudice ha rinviato la decisione appunto al prossimo 31 gennaio. A margine dell’udienza, l’ufficiale di collegamento ha spiegato al pubblico ministero e al funzionario ministeriale che, se necessario, eventuali integrazioni potranno essere prodotte dalle autorità italiane su richiesta di quelle pakistane.
Shabbar Abbas e la moglie Nazia Shaheen, genitori della vittima, erano fuggiti in Pakistan proprio all’indomani della scomparsa della figlia per nascondersi nella regione natìa del Punjab, dove l’uomo (destinatario di un mandato di cattura internazionale) è stato arrestato dopo un anno e mezzo di latitanza.
Sono cinque, al momenti, gli imputati per la morte di Saman Abbas, accusati a vario titolo di sequestro di persona, omicidio premeditato in concorso e soppressione di cadavere: oltre ai genitori della vittima ci sono lo zio della ragazza Danish Hasnain, considerato l’esecutore materiale del delitto; il cugino Nomanhulaq Nomanhulaq, rintracciato e arrestato lo scorso 14 febbraio in un appartamento del centro di Barcellona, in Spagna; Ijaz Ikram, un altro cugino, fermato nel giugno del 2021 in Francia mentre tentava di raggiungere la Spagna. Questi ultimi tre sono attualmente già in carcere.
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Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
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