Martedì 9 novembre è deceduta la partigiana emiliana Corina Tonelli, nome di battaglia “Spagnola”, attiva propagandista tra le donne e componente del comitato direttivo del Gruppo Difesa Donne di Castel Maggiore, nel Bolognese.
Nata nel 1925 proprio a Castel Maggiore, di famiglia antifascista, militò nella quarta brigata partigiana “Venturoli Garibaldi”, dove svolse attività di staffetta; fu riconosciuta partigiana con il grado di sottotenente dal 10 gennaio del 1944 fino alla liberazione dell’Italia.
La sua abitazione, negli ultimi mesi della Seconda guerra mondiale, fu adibita a centro di diffusione di stampati e di raccolta e smistamento di generi alimentari e altri generi di sussistenza per i clandestini, oltre a custodire una raccolta di libri e altri scritti per le letture dei partigiani. Da sempre impegnata nell’Anpi (Associazione nazionale dei partigiani d’Italia), Corina Tonelli nel 2017 fu anche insignita della Medaglia della liberazione istituita dal Ministero della difesa.
I funerali sono in programma giovedì 11 novembre alle 16 nella chiesa di Sant’Andrea di Castel Maggiore.
Per la sindaca Belinda Gottardi “Corina è stata un esempio per tante donne e uomini di Castel Maggiore, una sorella maggiore, un punto di riferimento e una presenza costante nel presidio dei valori della Resistenza e della democrazia”.
Nel suo opuscolo “Testimonianze – Le donne di Castel Maggiore contro la guerra, per la pace, per la libertà e la democrazia”, Lina Serenari – la prima consigliera comunale donna eletta a Castel Maggiore nel 1946 – ricordò l’impegno della stessa Tonelli (insieme a molte altre) nella formazione dei gruppi di difesa della donna di Castel Maggiore, con il compito di organizzare il vettovagliamento delle formazioni partigiane, le manifestazioni di donne, la trasmissione degli ordini ai vari distaccamenti, la ricognizione delle zone prima dell’inizio delle azioni partigiane (superando posti di blocco e rastrellamenti) e anche nella manifestazione che il 3 settembre del 1944 portò a bruciare i registri di leva del municipio.
“Sono donne – ha scritto Serenari – che hanno rischiato la loro vita e quella dei loro familiari e che, finita la guerra, si sono organizzate nei partiti, nei sindacati e nelle associazioni per affrontare nuove lotte, per andare avanti”. Nel 2006 il Comune di Castel Maggiore celebrò quelle donne dedicando loro il parco più centrale e più antico della cittadina, da allora denominato Parco delle staffette partigiane.
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Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
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