“Sospendere il codice degli appalti per due anni, come ha proposto nei giorni scorsi il segretario della Lega e ministro degli Interni Matteo Salvini, o depotenziarlo come da ultime notizie, significa lavorare per ridurre tutti gli adempimenti che garantiscono legalità, trasparenza e rispetto delle condizioni di lavoro”: è duro il commento di Ivano Bosco, segretario generale della Camera del Lavoro di Reggio, dopo che mercoledì 5 giugno il Senato ha approvato il super-emendamento al decreto legge cosiddetto “Sblocca cantieri” che modifica alcuni punti del codice degli appalti.
“Significa riportare il sistema degli appalti a una giungla senza regole, e ancora significa avallare provvedimenti che da un lato graverebbero sulle spalle dei lavoratori e sulla qualità dei servizi erogati, dall’altro allenterebbero le maglie della legalità e del contrasto alle mafie, aprendo loro enormi spazi”.
Su questa vicenda, che ha visto il ministro Salvini dichiarare di voler querelare un dirigente nazionale della Cgil, la posizione della Cgil reggiana è chiara: “Ci quereli tutti”, ha sfidato Bosco. “Ci chiediamo, a una settimana dai ballottaggi per il governo locale, quali siano le posizioni dei due candidati a sindaco, in special modo del candidato (Roberto Salati, ndr) che fa riferimento allo schieramento guidato da Matteo Salvini”.
“Sarebbe importante sapere quali sono le posizioni in campo perché per la Cgil, e per i lavoratori, ogni proposta di sospensione o depotenziamento del codice degli appalti è semplicemente scandalosa perché creerebbe un vuoto nel quadro legislativo che finirebbe per favorire il proliferare di corruzione e penetrazione delle mafie negli appalti pubblici”.
Il commento di Bosco mi pone in allarme.