Modena. Test sierologici a tutti i dipendenti del Comune

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Protocollo con le Aziende sanitarie “per accompagnare la ripresa delle attività all’insegna della sicurezza”. Fa parte delle Linee guida Covid definite con i sindacati
Per oltre 1.200 dipendenti del Comune di Modena sarà possibile, su base volontaria, il test sierologico per la determinazione della presenza del virus Covid-19 (ricerca nel sangue degli anticorpi anti-Sars-Cov-3, IgG e IgM) e, in caso di positività, l’esecuzione del tampone naso-faringeo.

Lo prevede il protocollo tra il Comune, Azienda Usl, Azienda Ospedaliero-Universitaria e Ospedale di Sassuolo spa per la realizzazione del progetto “Servizi e ambienti di lavoro sicuri per la comunità” che definisce una serie di interventi da realizzare in questa fase dell’emergenza sanitaria per accompagnare la ripresa delle attività economiche con “strategie – ha spiegato il sindaco Gian Carlo Muzzarelli presentando la delibera approvata dalla giunta – che abbiano come denominatore comune la sicurezza, allo scopo di garantire alla comunità e ai propri operatori percorsi di accesso ai servizi e agli ambienti di lavoro il più possibile sicuri”.

Gruppi di lavoro interaziendali approfondiranno gli aspetti relativi ai luoghi di lavoro che impegnano complessivamente migliaia di dipendenti pubblici e ai percorsi di accesso dei cittadini relativi ad alcune tra le principali strutture del territorio (per esempio, Anagrafe, Cup e Urp).

Gli esami diagnostici finalizzati a individuare la presenza del virus, per i quali ci si avvarrà dei laboratori delle Aziende sanitarie, consentiranno sia di circoscrivere eventuali situazioni di contagio sia di fornire dati significativi per le indagini epidemiologiche sull’andamento della pandemia. Al test si sono già sottoposti gli operatori della Polizia locale e della Cra. Per gli altri dipendenti si svolgeranno nelle prossime settimane sulla base di un calendario in corso di definizione.

L’iniziativa rientra tra quelle individuate nelle Linee guida definite dal Comune per la sicurezza Covid-19 Fase 2 nei luoghi di lavoro. Il documento, realizzato dalla Direzione generale con la collaborazione dei dirigenti, del Medico competente e del Responsabile servizio prevenzione e protezione (Rspp), condiviso con i Rappresentanti dei lavoratori della sicurezza (Rsl) e con le organizzazioni sindacali, individua le prescrizioni e le misure da adottare in questa fase al fine di ridurre al minimo il rischio di contagio del personale dipendente.

Le Linee guida, che tengono conto delle indicazioni fornite dal “Documento tecnico sulla possibile rimodulazione delle misure di contenimento del contagio da Sars-CoV-2 nei luoghi di lavoro e strategie di prevenzione” redatto dall’Inail e approvato dal Comitato tecnico scientifico istituito presso la Protezione civile, verranno aggiornate sulla base dell’evoluzione della situazione.

Oltre ai test sierologici e alle sperimentazioni già in corso (sul distanziamento tra le persone all’Urp e all’Anagrafe, in collaborazione con l’Università, e sul controllo della temperatura con termoscanner per l’accesso all’Anagrafe), il documento prevede le misure organizzative per le sedi comunali, le attività di prevenzione e protezione per i lavoratori, con l’utilizzo dei dispositivi di protezione personale in base alle diverse situazioni, e tutte le indicazioni per accesso agli uffici, modalità di lavoro e formazione.

Il documento ricorda le norme di comportamento (dal lavaggio delle mani al distanziamento fisico) che devono seguire i lavoratori, i quali non devono prendere servizio se la temperatura corporea è superiore ai 37,5 gradi e devono utilizzare mascherine e guanti (o altri dispositivi) nelle situazioni in cui è richiesto.

Nella prospettiva di una progressiva riapertura di tutti gli uffici pubblici, per accompagnare la ripresa dell’attività produttiva e commerciale, il Comune inoltre prevede un’organizzazione del lavoro con flessibilità di orari e un rientro scaglionato e graduale dal cosiddetto lavoro agile, ma nelle prossime settimane l’esperienza svolta verrà valutata e analizzata con il percorso “Modena goes Smart” con l’obiettivo di definire attività che, anche fuori dall’emergenza, potranno essere svolte in modo strutturato da remoto.