Dall’avvio al 22 marzo di quest’anno a Modena sono stati 3.333 i destinatari di Reddito di cittadinanza. Attualmente percepiscono il beneficio 1.546 persone, mentre 978 hanno terminato il periodo di godimento che per altri 809 è stato revocato dall’Inps o dichiarato decaduto. Mentre sono in corso accertamenti su una 70 di beneficiari per verificare i requisiti di soggiorno e residenza.
I dati sono stati forniti dall’assessora alle Politiche sociali Roberta Pinelli nel Consiglio comunale di lunedì 12 aprile rispondendo all’interrogazione di Piergiulio Giacobazzi di Forza Italia. L’istanza, concentrandosi in particolare sul tema dei controlli chiedeva: quanti i beneficiari nel Comune di Modena, la suddivisione tra residenti italiani e di cittadinanza non italiana e quale sia l’importo totale erogato dallo Stato; quante le nuove domande, quelle respinte e perché; quale il contributo dell’Amministrazione ai controlli preventivi per una corretta assegnazione del RdC e se venga utilizzato un “controllo incrociato” circa il requisito della residenzialità; quali i controlli in corso di erogazione a cui vengono chiamati gli uffici comunali e quanti i denunciati perché illegittimamente beneficiari del Reddito di cittadinanza.
L’assessora ha spiegato che Ministero e Inps gestiscono in maniera centralizzata la misura e sul sistema informativo Gepi, gestionale del Reddito di Cittadinanza, l’Ente locale vede solo alcune funzionalità. Del totale dei beneficiari della misura 2.256 (pari al 67,7%) sono italiani e i restanti 1.077 (ovvero il 32.3% del totale) hanno cittadinanza non italiana. Ma al Comune non è dato sapere quante siano le nuove domande, visto che la richiesta viene fatta dal cittadino direttamente all’Inps, né quante sono state respinte e quale sia l’importo totale erogato dallo Stato, mentre il Comune può estrarre dal sistema informativo solo il dato relativo all’importo mensile del beneficio in godimento a singoli assegnatari.
Per quanto riguarda i controlli, il Comune per legge – ha osservato Pinelli – è tenuto a verificare i requisiti di soggiorno e residenza. Grazie alle risorse del Fondo Povertà è stato possibile destinare un operatore amministrativo ad effettuare questi controlli che riguardano la ricostruzione della storia anagrafica del cittadino degli ultimi 10 anni e, spesso, coinvolgono diversi altri Comuni, risultando pertanto lunghi e complessi. Qualora il cittadino presenti delle interruzioni di residenza, è previsto che lo stesso venga chiamato a giustificare la presenza sul territorio italiano, presentando la documentazione integrativa. Se è in carico ai Servizi sociali, il mancato periodo di residenza può essere compensato, per disposizione normativa, da una dichiarazione dell’assistente sociale che attesti la presenza, in quanto era attivo un progetto di assistenza sociale su di lui. Pertanto, i controlli incrociati vengono attualmente attivati tra l’Anagrafe comunale e le Anagrafi degli altri Comuni e tra l’Anagrafe e il data base del Servizio sociale.
Inoltre, l’assessora ha spiegato che il sistema gestionale che funge da strumento per comunicare gli esiti delle verifiche è partito con molto ritardo rispetto all’avvio della misura, pertanto le attività di controllo scontano ancora questa partenza posticipata.
Le verifiche dei requisiti, quindi, sono ancora in corso; il Comune di Modena, ad oggi, non ha inoltrato denuncia rispetto a nessuno, ma sono in fase di perfezionamento sull’apposito sistema Gepi, segnalazioni all’Inps relative a un gruppo di circa 70 beneficiari privi di requisiti anagrafici o di soggiorno, anche sulla base di elementi raccolti dalla Polizia Locale. Terminati gli accertamenti su tutti i casi particolari, si disporrà di un dato puntuale rispetto alle irregolarità riscontrate per tipologia e per cittadinanza. D’altra parte, già in più di un’occasione, il Comando locale della Guardia di Finanza ha chiesto informazioni su nominativi di cittadini sui quali sta procedendo a verifiche per accertare il diritto a percepire il beneficio.
In sede di replica, il consigliere Giacobazzi ha detto che l’istituto del reddito di cittadinanza presenta “diverse criticità e anomalie, emerse soprattutto a livello nazionale e si tratta di uno strumento che avrebbe dovuto essere pensato diversamente”. Giacobazzi, inoltre, ha espresso dubbi sull’iter dei controlli che dovrebbero essere finalizzati a evitare un cumulo di sussidi per lo stesso beneficiario “togliendo in questo modo la possibilità ad altri soggetti di usufruirne”.
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Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
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