“La società patriarcale imprigiona i nostri corpi; il governo Meloni legittima la violenza di genere e la discriminazione nei confronti di chi accede a un servizio, quello dell’interruzione volontaria di gravidanza (IVG), che è un diritto sancito dalla legge e che rientra nei livelli essenziali di assistenza (LEA), cioè prestazioni che il servizio sanitario deve garantire a ogni persona, gratuitamente o dietro pagamento di un ticket. Noi rispondiamo facendo rete, diffondendo informazioni, protestando e occupando spazi pubblici con i nostri corpi”. Così la rete Pro-choice modenese, attiva da febbraio 2024 e che raccoglie diverse associazioni, enti, gruppi informali e movimenti impegnati nel diritto all’autodeterminazione di tutte le soggettività, annuncia che i prossimi saranno mesi pieni di attività legate alla rivendicazione della libertà e della garanzia di accesso al diritto all’interruzione volontaria di gravidanza: “Abbiamo in programma una diretta Instagram per informare le persone, mobilitazioni di piazza per attivare la cittadinanza e azioni di pressione sulle istituzioni per cambiare il sistema”.
La rete è nata a febbraio 2024 in opposizione alle manifestazioni antiabortiste davanti al Policlinico di Modena: “Nonostante i tentativi di dissuaderci delle forze dell’ordine, abbiamo organizzato contro-presidi per affermare l’inviolabilità del diritto all’IVG e chiedere alle istituzioni di prendere posizione contro i messaggi antiabortisti, che consideriamo una violenza non solo contro l’utenza ma anche contro le operatrici e gli operatori del nostro Sistema sanitario nazionale, in quanto attaccano i diritti umani, civili e politici, tutelati dalla legge italiana e dal diritto internazionale, che sostengono l’integrità fisica e mentale degli individui e la loro autonomia. Ci riferiamo concretamente a: diritto all’autodeterminazione, alla salute, alla sicurezza, alla libertà dalla tortura e altri trattamenti crudeli o degradanti, alla privacy e al rispetto della vita familiare, nonché alla non discriminazione, al lavoro in condizioni giuste e favorevoli, all’educazione su sessualità e riproduzione che sia completa, non discriminatoria e scientificamente accurata”. Per questo motivo Pro-choice Modena ha sollecitato la precedente amministrazione Comunale a intervenire contro l’affissione di manifesti anti-IVG, ma senza ottenere risposte: “Continueremo a richiedere azioni concrete e speriamo di incontrare presto il sindaco Massimo Mezzetti, che ha tenuto per sé le deleghe ai Diritti umani e alle Politiche di genere, per presentarci e illustrargli le nostre istanze”. Per contrastare la maratona antiabortista, la rete ha organizzato banchetti informativi, traducendo i materiali in diverse lingue per aiutare chi non conosce i servizi: “L’assenza di educazione sessuale-affettiva obbligatoria nelle scuole complica l’accesso all’informazione su contraccezione e salute riproduttiva.”
Il 28 settembre, giornata internazionale per l’aborto libero e sicuro, saremo in piazza con Non Una Di Meno Modena e Non Una Di Meno Carpi, entrambe realtà attive nella rete, per mobilitare la cittadinanza e fare informazione. Con i nostri corpi, che, in manifestazione, continuano a occupare piazze, strade e luoghi pubblici, vogliamo mostrare che la battaglia per la libertà di scelta non si ferma alle parole, ma continua nei fatti”. Per saperne di più, consultare la pagina Instagram @prochoice_modena. Sarà, inoltre, possibile firmare per la campagna europea “My Voice My ChoiceChoice: For Safe And Accessible Abortion” (La mia voce, la mia scelta: per un aborto sicuro e accessibile in tutta Europa).
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