Il “rettangolo del Novecento”, luogo della storia e di un’identità legata al mondo del lavoro, in stretta connessione con il “quadrato dell’innovazione”, dove il recupero delle architetture industriali avrà come obiettivo la realizzazione del Distretto per l’Accelerazione e lo Sviluppo della Tecnologia. È l’acronimo Dast, lo stesso del programma sviluppato nel 2009 dopo un percorso di partecipazione, a caratterizzare la rigenerazione urbana che verrà avviata nell’area dell’ex Fonderie riunite di Modena collocata nella fascia ferroviaria, a ridosso del cavalcavia Ciro Menotti, partendo dal restauro e dalla riqualificazione della palazzina da destinare a sede dell’Istituto storico.
Lo prevede il progetto di fattibilità sulla base del quale il Comune ha ottenuto nei giorni scorsi dalla Regione Emilia-Romagna il contributo richiesto di un milione e mezzo di euro con il bando sulla Rigenerazione urbana per realizzare l’intervento che ha un valore complessivo di tre milioni e 707 mila euro.
Si tratta di un primo stralcio funzionale del masterplan relativo a tutta l’area dell’ex stabilimento industriale abbandonato negli anni Ottanta (43 mila metri quadrati, 11 mila dei quali di superficie coperta) che rappresenta il nuovo programma strategico per il comparto, con quattro stralci di interventi e la collaborazione con l’Università di Modena e Reggio Emilia, la Fondazione Cassa di Risparmio di Modena e Democenter per la realizzazione di un distretto dedicato all’innovazione nel campo delle tecnologie del settore Automotive e, più in generale, per la mobilità sostenibile, con opportunità anche per lo sviluppo di startup.
Biblioteca e archivio a piano terra; uffici, sale didattiche e una sala conferenze da 99 posti al primo piano; una sala eventi nella torretta centrale, accanto al terrazzo. Sono i principali ambienti previsti nel progetto di realizzazione della sede dell’Istituto storico nella Palazzina delle ex Fonderie, con un intervento dal valore complessivo di tre milioni e 707 mila euro e lavori al via nel 2020.
Oltre al miglioramento sismico dell’intero edificio, per una superficie complessiva di 1.450 metri quadri, si interviene anche sull’area esterna a ovest, di fronte alla palazzina, creando un percorso ciclopedonale collegato alle piste ciclabili del quartiere in via Santa Caterina e con il sottopasso dell’ex Benfra: è prevista la demolizione del cemento esistente per posare cemento drenante per una superficie di 3.150 metri quadri, panchine e arredi urbani, un nuovo impianto di illuminazione, valorizzando la facciata restaurata dell’edificio. La cancellata storica rimane come traccia del passato, ma una nuova recinzione metallica, che richiama gli interventi architettonici inseriti nel progetto, delimiterà l’area dei capannoni non coinvolti in questa fase di riqualificazione garantendo la vista dell’intero manufatto.
All’ingresso principale, al centro della palazzina, sotto la torre, si aggiungono due ingressi laterali, sul lato nord e sul lato sud dell’edificio, prevedendo un percorso coperto grazie allo svuotamento delle prime campate dei capannoni e alla costruzione di un nuovo giunto per assicurare l’isolamento con l’area su cui ora non si interviene. I due ingressi laterali permettono anche un collegamento diretto con il cortile interno di 1.460 metri quadri.
L’edificio garantirà alte prestazioni energetiche con impiantistica per il riscaldamento e il condizionamento, infissi e rivestimenti termoisolanti, un impianto fotovoltaico collocato sulla copertura di cui è previsto il rifacimento completo.
La biblioteca a piano terra, a sinistra rispetto all’ingresso centrale, sarà di 242 metri quadri e altrettanto misurerà l’archivio, a destra, consentendo di custodire gli oltre 1.800 metri lineari di patrimonio in volumi dell’Istituto storico, ovviamente in costante aumento.
Il progetto prevede la demolizione di alcune strutture interne (le scale che portavano agli spogliatoi, per esempio) e la realizzazione di ascensori per salire al piano degli uffici, a sinistra, e della sala convegni, a destra, che insieme alla sala eventi di 56 metri quadri aperta sulla terrazza, fa parte delle opere di completamento finanziate nella seconda fase dell’intervento.
Nel progetto sono già compresi gli interventi di bonifica ipotizzabili per l’area esterna sul fronte della palazzina, per un valore di 150 mila euro, mentre il Comune ha già inviato ad Arpae la proposta del Piano di caratterizzazione in base al quale effettuare i sondaggi nel comparto per definire gli interventi necessari negli stralci successivi del programma generale, in particolare per le zone delle cisterne e dei capannoni industriali.
Nuovi parcheggi, che si aggiungono ai 46 posti auto già esistenti, collocati a nord, verso via Santa Caterina, sono previsti in una prima fase nel secondo stralcio del programma (62 posti auto) e altri in una seconda fase arrivando al totale di 150 posti auto disponibili.
Il programma è stato illustrato in una conferenza stampa dal sindaco Gian Carlo Muzzarelli, insieme al vicesindaco e assessore alla Cultura Gianpietro Cavazza e all’assessora all’Urbanistica Anna Maria Vandelli, con il presidente dell’Istituto storico Antonio Finelli e l’architetto Sofia Cattinari, vincitrice nel 2009 del Concorso nazionale di idee per la riqualificazione dell’area e alla quale oggi è stato affidato lo sviluppo del progetto.
Il primo stralcio, relativo al recupero della palazzina, rappresenta il cosiddetto “rettangolo del Novecento”. Oltre al contributo regionale sono previste risorse del Comune e della Fondazione Cassa di Risparmio di Modena per completare il finanziamento dell’opera. Il Comune ora ha tempo fino a giugno per sviluppare il progetto definitivo, poi è prevista la definizione dell’accordo di programma con la Regione e il prossimo anno potranno essere aggiudicati i lavori.
I successivi due stralci riguardano l’area dell’edificio industriale (“il quadrato dell’innovazione”) e verranno sviluppati in fasi successivi, man mano che si presenteranno opportunità e occasioni per realizzare uffici e laboratori di ricerca, con spazi flessibili e modulari, dedicati alle tecnologie applicate all’automotive.
Nel quarto e ultimo stralcio si ipotizza, nella zona a est dell’area, la realizzazione di nuovi edifici per attività complementari al comparto che sarà completamente pedonalizzato (verranno mantenute solo le funzioni di carico e scarico), collegato alle reti in fibra comunali (Man), dotato di hot spot per il wi fi gratuito e di telecamere collegate al sistema di videosorveglianza cittadino.
Diversamente dal programma del 2009, non è più previsto l’insediamento di attività commerciali o residenziali, se non per funzioni strettamente connesse alle iniziative che verranno sviluppate nell’area.
Nell’intervento è prevista anche la riqualificazione della zona del monumento dedicato ai caduti del 9 gennaio 1950, mentre Hera ha in programma un bando, in collaborazione con il Comune, per realizzare un’iniziativa di street art che inserisca la torre piezometrica nel percorso sulla memoria storica.
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Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
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