“Il coronavirus è stato un trauma: ora dobbiamo fare tesoro degli insegnamenti e creare un grande piano per l’infanzia; inoltre, dobbiamo fare una rilettura e una mappatura delle risorse presenti e collegarle per creare un grande piano collettivo dell’infanzia per rimettere insieme quella che è l’offerta dei servizi. Serve, in primo luogo anche in Emilia-Romagna, una mente intelligente che curi tutti questi passaggi. Anche nella nostra regione c’è una diffusa povertà fra i minori a cui dobbiamo dare risposta: la povertà non può essere un destino da cui i bambini non riescano più a uscire”.
E’ una panoramica a 360 gradi quella che Maria Clede Garavini, Garante per l’infanzia e l’adolescenza della Regione Emilia-Romagna, ha fatto questa mattina nel corso di un’audizione convocata dalle commissioni Parità e diritti, presieduta da Francesco Alessandro Amico, e Cultura, presieduta da Francesca Marchetti.
“Nella prima fase del virus- spiega la Garante- ci si è preoccupati di salvare la nostra salute ubbidendo alle precauzioni che ci hanno indicato, prima fra tutte l’isolamento sociale, che ha duramente colpito in primo luogo i più deboli. Purtroppo non ci si è preoccupati di cosa questo comportasse per bambini e adolescenti. L’epidemia ha lasciato sole famiglie e persone e la stessa didattica a distanza ha aumentato le diseguaglianze”.
Garavini ricorda come il suo Ufficio abbia affrontato l’emergenza Covid-19 allargando il raggio d’azione anche ai minori ospitati in strutture che hanno dovuto fare i conti con la “solitudine” frutto dello stop ai colloqui con persone esterne. La Garante ha anche voluto sottolineare il ruolo importante delle nuove tecnologie: fin dai primi giorni del lock down, infatti, è stata attivata una pagina Internet (www.assemblea.emr.it/garante-minori/bambini-coronavirus) in cui il virus è stato spiegato ai bambini e sono state raccolte le loro storie dalla quarantena. “Un modo per farli sentire meno soli e meno spaventati: ci sono le loro riflessioni e i loro ragionamenti”, spiega Garavini.
La Garante sottolinea come col virus siano aumentate le differenze sociali ed economiche fra le persone. “Il virus ha messo in evidenza tutte le disparità della nostra comunità: penso a chi poteva seguire le lezioni a distanza in via telematica e a chi non poteva”, sottolinea Garavini che elogia anche il lavoro di genitori e insegnanti nel segnalare alle autorità competenti, compresi i Garanti nazionali e regionali, i problemi in modo da attivare risposte.
Scorrendo le varie segnalazioni ricevute, si vede che fra i principali problemi emersi ci sono quelli di una ripresa della socialità in sicurezza sanitaria, l’aspetto discriminatorio della didattica a distanza, che penalizza chi vive in situazione di difficoltà economica e chi ha difficoltà di apprendimento, la difficoltà dei padri separati di vedere i figli affidati alla ex moglie, i problemi dei minori con difficoltà psicologica che hanno dovuto interrompere le terapie.
“I genitori non si sono limitati a segnalare i problemi, ma hanno anche avanzato, singolarmente o in gruppo, proposte: vanno ascoltati e i loro suggerimenti accolti”, elogia Garavini, che invita a trovare strategie integrate, facendo tesoro dell’insegnamento che ci viene dal trauma coronavirus.
Apprezzamento per la relazione di Garavini è arrivata dai presidenti delle due Commissioni, Marchetti e Amico, e dalla consigliera Valentina Stragliati (Lega) che ha però bocciato le politiche governative e regionali sulla gestione del rapporto coronavirus-lock down-minori. “Occorre uno studio sui nuovi bisogni e una mappatura che va fa fatta in collegamento con i territori”, spiega la presidente Marchetti.
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Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!