Ministro Bianchi all’Università di Parma: sistema educativo al centro della vita collettiva (video)

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«La pandemia non ci deve far paura: è un’altra sfida che abbiamo come comunità. Questo governo la affronta avendo ben chiaro che il sistema educativo deve essere al centro, e non al margine, della nostra vita collettiva». Così il Ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, all’inaugurazione dell’anno accademico dell’Università di Parma, trasmessa questa mattina in diretta streaming dall’Aula Magna della Sede Centrale.

Il Ministro Bianchi è intervenuto in video-collegamento alla cerimonia, per la quale a causa dell’emergenza sanitaria si è optato per una diffusione via web con una ridotta presenza di persone in Aula Magna.

«Viviamo un momento difficile, il virus sta riprendendo quota anche a causa delle varianti. Noi siamo responsabili, e siamo certi che con l’aiuto di tutti e tutti insieme porteremo avanti questo nostro Paese anche al di là dell’emergenza. Il nostro è un Paese che proprio nelle difficoltà trova quell’unità che è l’unico strumento per vincere e andare oltre. Andare oltre: la matrice fondante della stessa parola educazione. Una educazione che oggi trova un momento assolutamente cruciale», ha detto tra l’altro il Ministro nel suo intervento, nel quale ha sottolineato «inclusione» e «sostenibilità» («una sostenibilità umana») come parole chiave per il mondo dell’educazione inteso nel suo complesso. «Noi – ha rimarcato – per affrontare le grandi sfide dobbiamo investire di più, non solo in termini finanziari ma di passione civile e di considerazione della scuola, dell’università e della ricerca».

Dal Ministro Bianchi anche un riferimento alla necessità di innalzare i livelli di istruzione. «Ciò deve essere fatto con il massimo rigore ma anche con il massimo grado di inclusione. E su questo – ha osservato – l’Università di Parma ha da tempo intrapreso una via importante di riferimento per tutto il Paese: cibo e salute, una grande attenzione per la nutrizione coniugata con un’idea di salute che va molto al di là di una visione strettamente sanitaria ma in una concezione più ampia. Su questo L’Università di Parma è diventata e diventerà sempre più un riferimento nazionale, europeo e internazionale».

La cerimonia è stata aperta dalla violinista Lena Yokohama, che grazie alla collaborazione con la Società dei Concerti di Parma ha eseguito due brani musicali (Gabriel’s Oboe di Ennio Morricone e Capriccio di Niccolò Paganini). Una presenza significativa e anche simbolica, la sua: Lena Yokohama è infatti stata uno dei simboli del lockdown della scorsa primavera. Il 16 aprile, dal tetto dell’Ospedale Maggiore di Cremona, come omaggio al personale sanitario impegnato nella lotta al Covid-19 aveva eseguito quattro brani, che si erano diffusi per tutto il quartiere e avevano subito raggiunto via web tutta l’Italia.

Nel suo intervento il Rettore Paolo Andrei ha sottolineato le difficoltà di un’emergenza sanitaria senza precedenti e la pronta risposta dell’Ateneo in tutte le sue componenti: «Abbiamo saputo essere una Comunità anche quando il virus voleva minare le nostre capacità e la nostra voglia di stare insieme, e oggi siamo sicuramente più forti. Il vaccino ci farà uscire dalla crisi sanitaria, ma il nostro vaccino più potente sarà quello che avremo saputo costruire attraverso la solidarietà e l’impegno, non solo per sconfiggere un virus ma per rafforzare il nostro “essere l’Università di Parma”», ha spiegato, ricordando tra l’altro alcune delle misure straordinarie messe in campo: dalle lezioni on line a esami e lauree a distanza (circa 100mila esami, circa 5.100 studenti laureati da remoto), dalla concessione di pc in comodato d’uso agli studenti fino allo sforzo congiunto con il Consiglio degli Studenti, di concerto con il Comune, per mettere a disposizione 100mila euro per gli affitti dei fuorisede. Dal Rettore anche una panoramica sui nuovi Corsi di Studio che partiranno, oltre che su ricerca, terza missione, internazionalizzazione, sostenibilità, edilizia e altro, compresa la revisione organizzativa dell’Ateneo avviata a fine 2020. Infine un ringraziamento a tutte le persone che compongono la Comunità universitaria: «Come amo spesso ricordare, dietro a ogni Istituzione, a ogni impresa, a ogni associazione o fondazione ci sono sempre le persone, che con le loro qualità umane e professionali riescono a “fare la differenza”: grazie a tutte e a tutti Voi».

Nel corso dell’appuntamento, come di consueto, sono intervenuti anche i Presidenti del Consiglio degli Studenti e del Consiglio del Personale Tecnico Amministrativo.

Il Presidente del Consiglio degli Studenti Yuri Ferrari, che ha ricordato in apertura le tragiche vicende di Sarah Hegazi, Giulio Regeni e Patrick Zaki, ha stigmatizzato tra l’altro lo «scarso interesse del nostro Stato a un investimento nei talenti, nelle competenze e nella crescita», sottolineando la necessità di «garantire un continuo rinnovo generazionale nel mondo dell’Università e della Ricerca italiana», di «dare un freno alla continua competizione tra università» e di un «aumento strutturale» delle borse di specializzazione in area medica, che – ha osservato – «non possono dipendere dal giogo delle leggi di stabilità». In chiusura, rivolgendosi all’Ateneo: «Voglio sinceramente ringraziare chi ha saputo, in questi mesi difficili che hanno portato esigenze nuove, spesso impreviste, trovare insieme a noi una soluzione per continuare a garantire il diritto allo studio» ha detto Ferrari, rimarcando che «il dialogo attento e continuo tra studenti e istituzioni ha assicurato la rapidità di realizzazione di iniziative fondamentali e urgenti che hanno permesso di affrontare con convinzione e coraggio il periodo che stiamo vivendo».

La Presidente del Consiglio del Personale Tecnico Amministrativo Carla Sfamurri si è innanzitutto soffermata sulla reazione dell’Ateneo, in tutte le sue componenti, di fronte all’emergenza sanitaria: una reazione pronta e corale che ha saputo garantire continuità alla vita accademica. Ha poi tra l’altro ricordato la nuova organizzazione delle strutture amministrative, da poco entrata in vigore, e ha sottolineato la necessità di strutturare il lavoro agile oltre l’emergenza, per farne una risorsa di cui tutta la comunità accademica possa beneficiare. «Per quanto attiene il personale tecnico amministrativo alcuni temi rappresentano un punto fermo: valorizzazione della professionalità, formazione, benessere organizzativo, razionalizzazione del personale in base ai carichi di lavoro, meritocrazia, esiguità delle risorse finanziarie, premialità e superamento del precariato», ha affermato la Presidente, individuando quattro «valori istituzionali di riferimento per il prossimo futuro: responsabilità, solidarietà, fiducia e innovazione».

La prolusione, dedicata al tema L’internazionalizzazione della formazione superiore, è stata pronunciata da Guglielmo Wolleb, Delegato del Rettore per le relazioni internazionali.

Il Prof. Wolleb ha tracciato una panoramica sui diversi modelli seguiti dagli Atenei italiani e stranieri e sulle strategie adottate dall’Università di Parma. Sono ancora troppo pochi gli studenti, a Parma ma non solo, che trascorrono un periodo di studio all’estero, uscendone arricchiti sia nell’apprendimento di conoscenze sia come persone. La sfida oggi per tutte le Università è ragionare sul processo di internazionalizzazione nel post pandemia, tra ripresa della mobilità fisica, sviluppo di reti internazionali, impulso alla cooperazione allo sviluppo e «internazionalizzazione a casa», per estendere i benefici degli scambi internazionali a chi non può o non vuole partecipare a progetti di mobilità, nella consapevolezza che probabilmente il processo nei prossimi anni proseguirà «ma con forme e strumenti parzialmente diversi, scontando una caduta temporanea nell’area della mobilità fisica».