Dopo tre anni di “accordi ponte” legati alla fase di incertezza economica, è stato rinnovato il contratto integrativo aziendale alla Omig Ingranaggi di Reggio, storica azienda trasferitasi l’anno scorso in un nuovo e più grande stabilimento a Mancasale e che negli ultimi anni ha visto crescere il numero di addetti fino a superare gli 80 dipendenti.
Il nuovo integrativo riguarderà tutti i lavoratori – sia diretti che precari – prevedendo nuovi diritti e aumenti di retribuzione. L’accordo è stato approvato dai lavoratori a larghissima maggioranza, con il 97% dei voti a favore. Il nuovo contratto, che avrà validità per quattro anni, prevede un netto miglioramento nei percorsi di stabilizzazione dei precari, l’aumento della retribuzione e diritti che provano a riequilibrare le differenze di genere sul posto di lavoro.
In particolare è stato previsto il diritto di precedenza su future assunzioni (sia a termine che tramite agenzia di somministrazione) per tutti i lavoratori che abbiano maturato almeno 12 mesi di anzianità all’interno dell’azienda e la loro stabilizzazione raggiunto il ventiquattresimo mese.
L’accordo prevede anche il riconoscimento di un premio di risultato complessivo di 4.800 euro: saranno mediamente 600 euro in più all’anno rispetto all’ultimo triennio. È stata inoltre istituita un’indennità di prestazione oraria che aumenterà la retribuzione in modo strutturale di circa 350 euro annuali. Nel contratto, infine, le giornate di congedo di paternità alla nascita di un figlio sono state aumentate di ulteriori tre giorni (pagati al 100%) rispetto a quanto già previsto dalla legge.
Soddisfatta del risultato raggiunto la Fiom-Cgil reggiana: “Alla Omig abbiamo condiviso con l’azienda il cosiddetto “bacino”, che permette di ridurre l’incertezza lavorativa dei precari presenti in azienda e indirizzarli in un percorso di stabilizzazione. La nuova normativa ricalca quanto richiesto dai lavoratori nella piattaforma per il rinnovo del contratto nazionale di Federmeccanica ed è la dimostrazione che ridurre la precarietà e favorire il rapporto a tempo indeterminato non riduce la competitività aziendale, anzi”.
Gli elementi salariali legati alla prestazione lavorativa “rischiano di essere penalizzanti per le donne”, ha spiegato Luana Mazza della Fiom-Cgil di Reggio: “Per questo abbiamo condiviso con l’azienda che non vi fosse perdita di salario durante l’assenza obbligatoria di maternità. Anche questo diritto a livello aziendale ha lo scopo di ridurre le disuguaglianze tra uomini e donne, pur consapevoli che per riequilibrare i carichi di cura tra i genitori occorrerebbe una normativa di legge e significative risorse pubbliche, come già accade da anni nel nord Europa”.
Con questo contratto, secondo la Fiom-Cgil reggiana, “si confermano le positive relazioni industriali presenti alla Omig, dove da anni il rispetto reciproco e la correttezza delle parti ha permesso un miglioramento delle condizioni di lavoro; soprattutto si dà grande attenzione alla riduzione della precarietà in azienda. Anche nei momenti di crisi l’azienda ha evitato, insieme con il sindacato, di dividere i lavoratori tra persone di serie A e persone di serie B”.
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Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
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