STELLANTIS CHIUDE: OPPORTUNITA’ UNICA PER NUOVI INVESTITORI
Crediamo nelle nostre capacità e non preoccupiamoci di un rampollo senza soldi e senza idee. Let’s go!
E’ dell’altro giorno la notizia della chiusura da parte di Stellantis del centro ricerche della Maserati a Modena.
Un errore strategico di dimensioni enormi dell’ ex gruppo Fiat e della famiglia Elkan e una opportunità di investimento eccezionale per un grande gruppo dell’automotive.
Ford, Toyota, BMW, Tesla e chi più ne ha più ne metta, con poche risorse possono prendersi la tecnologia più avanzata del mondo.
Piuttosto che enfatizzare l’errore, veramente madornale del Gruppo Stellantis vorrei spiegare il perchè l’Emilia è così interessante per un investitore con una idea imprenditoriale di medio, lungo periodo.
La Storia
Si racconta a Modena che anni fa un signore si è presentato di prima mattina allo stabilimento IRISBUS di via Emilia 911 a Modena: “Vorrei visitare lo stabilimento”. “Ha un appuntamento”, rispose la guardia. “No, ma voglio entrare” .” Ma lei chi è”, risposero ancora le guardie al cancello. “Sono Marchionne!”.
Lo stabilimento, dove si assemblavano le carrozzerie di autobus, fu svuotato in pochi mesi e sostituito con uffici e laboratori dove tecnici e ingegneri progettavano le migliori auto di alta gamma del gruppo Fiat, Maserati, Alfa Romeo, Ferrari.
L’idea era semplice: mettere insieme le competenze dei migliori tecnici dell’automobile e far lavorare gomito a gomito professionalità uniche in un’area, quella modenese, dove l’auto è un mix di tecnologia, passione e competenze unica al mondo; unire le competenze dei tecnici, con le aziende del territorio in una continua osmosi di conoscenze e sperimentazioni.
Nel bellissimo film su Ferrari di Michael Mann ci sono 2 aspetti che il grande pubblico non ha compreso, ma che un fine intellettuale come Michael Mann ha colto pienamente:
- la passione che imprenditori e tecnici mettevano nel ricercare l’eccellenza dell’automobile; una passione immensa supportata da conoscenze diffuse, che poi Ferrari e Maserati catalizzavano nel creare auto che andavano oltre lo stato dell’arte;
- il tentativo delle grandi case automobilistiche mondiali di appropriarsi di quel mix di conoscenza e passione uniche. I dialoghi del film tra Ferrari ed Agnelli, in poche battute, evidenziano la forza dei piccoli costruttori (tecnologia e passione) ma anche la loro debolezza (cronica mancanza di capitali).
Oggi, evidentemente, la funzione degli Agnelli/Elkan è del tutto finita, il gruppo a guida francese non è più capace di comprendere il valore dell’eccellenza. Un gruppo di mediocri non è più di alcuna utilità per valorizzare le competenze di un territorio unico.
Altri si faranno avanti. L’occasione è ghiotta: comprarsi per pochi Dollari/Euro le conoscenze di 100 anni di costruzione di automobili.
Un territorio unico al mondo: l’importanza dei Distretti
L’Emilia è la patria dei distretti economici. Sotto una semplice infografica che mostra, schematizzando, alcuni dei distretti più importanti .
E’ difficile spiegare a un economista o a un grande manager straniero cosa è un Distretto in Italia.
Ci sono decine di studi e pubblicazioni sul tema, ma difficilmente riescono a cogliere il mix incredibile di aspetti, umani, politici, psicologici e ovviamente di competenze diffuse che riescono prima a creare e poi, rendere vivo nel tempo, un distretto economico.
Mi piace citare Fulvio Montipò (fondatore e proprietario di Interpump azienda leader mondiale nel settore delle pompe): “non avrei potuto creare la mia azienda al di fuori di quest’area; qui nel raggio di 50 km posso trovare ogni tipo di fornitore e con prodotti di grande qualità”
Recentemente ho visitato una grande impresa francese che anni fa ha deciso di delocalizzare in provincia di Bologna. Invece di andare in paesi dove manodopera e terreni non costano nulla, ha costruito ex novo un mega impianto di produzione (producono grandi gru su ruote) proprio in Emilia.
Perchè questa scelta apparentemente controcorrente? Semplice, perchè è al centro dei distretti industriali emiliani, meccanica, oleodinamica, tutto a portata di mano. La grande azienda si concentra su progettazione e assemblaggio finale, mentre la produzione dei componenti viene fatta esternamente da centinaia di imprese eccellenti sia dal punto di vista qualitativo che dal punto di vista della produttività (sì perchè le imprese dei distretti super specializzate hanno livelli di produttività al top e quindi sono competitive anche sui prezzi). La grande azienda rimane flessibile, e può dimensionare le produzioni in base alle richieste dei mercati, e soprattutto si può concentrare su progettazione e commercializzazione. La vicinanza, anche territoriale, con i fornitori, che spesso diventano partners e coprogettisti, favorisce un continuo scambio di idee e la crescita di tutte le imprese, oltre a vantaggi logistici immensi.
La concorrenza tra le aziende dello stesso distretto favorisce la competizione per una continua ricerca dell’eccellenza.
Poi c’è lo spirito imprenditoriale, che è tipicamente italiano e qui emiliano, che è frutto di una cultura diffusa che è un mix tra voglia di rischiare, desiderio di emergere, iniziativa personale e grande conoscenza e competenza sui prodotti. Nel mondo è famosa la figura di Enzo Ferrari che ha imparato il mestiere in Alfa Romeo e che poi ha fondato a Modena la sua impresa, ma ancor oggi, ci sono centinaia di nuovi Ferrari che dopo qualche anno in grandi aziende fondano le loro imprese e vogliono competere per trovare la loro via al successo. Spesso questi imprenditori non hanno capitali, ma solo idee e la capacità di catalizzare quelle idee trovando nel distretto le competenze per realizzarle senza dover fare grandi investimenti iniziali. Così, ad esempio sono nate, anche di recente, aziende meccatroniche che oggi sono leader mondiali nei loro segmenti.
La vera forza dei distretti: le competenze diffuse.
E’ questo spirito imprenditoriale che recentemente ha permesso la nascita della più innovativa impresa al mondo che produce Moto Elettriche e che oggi forniscono le moto per il Mondiale E.
Anche qui la logica del distretto, un’azienda metalmeccanica modenese sviluppa una produzione per i team di F1 e per auto di altissima gamma, L’azienda negli anni acquisisce competenze nella costruzione di componenti di elevatissima qualità. Nasce l’avventura della trazione elettrica e l’azienda metalmeccanica di Modena fa il salto di qualità da sub fornitore a produttore: crea una start up e produce la prima moto elettrica di alta gamma, una “Ferrari” delle moto, ma elettrica.
Per produrre una moto elettrica (ma per l’auto è uguale), il motore è la parte meno importante, servono telai, sospensioni, freni, trasmissioni, e serve il software per gestire la potenza del motore elettrico. Nessun problema, nel distretto di Modena si trovano tutte le competenze e le capacità produttive e quando non basta si fa un accordo con Google. In pochissimo tempo la Moto E prende forma e si cominciano le competizioni e le vendite nel modo.
Condivisione delle informazioni e delle esperienze per essere una squadra vincente.
Ma torniamo all’automobile: alla fine degli anni 90 ho organizzato il primo Master dell’Automobile in quel di Modena, ricordo benissimo i primi comitati scientifici. C’erano veri personaggi: basti citare Ing. Forghieri (che portò alla vittoria la Ferrari in F1) , Ing Marmiroli, ex Ferrari e allora capo progettista della Lamborghini) , il Prof. Garro (il motorista di Enzo Ferrari e autore, allora, dell’unico testo per la progettazione del motore).
In quel periodo la Ferrari in F1 arrancava, alla testa del team di progettazione c’era un famoso progettista che lavorava dal suo studio (oggi diremmo che telelavorava); ricordo le battute degli ingegneri di Modena: “Ma secondo lei, noi condividiamo le nostre idee con uno che sta a 2000 km, ci disprezza e poi guadagna 10 volte ciò che guadagnamo noi ? Altro che telelavoro, o si lavora veramente in team o la Ferrari non vincerà più nulla”
Dopo un paio di anni il genio fu licenziato e la Ferrari tornò a vincere i mondiali.
Il Futuro si costruisce con l’eccellenza non tagliando per far crescere EBITDA di un anno.
Dobbiamo preoccuparci se un rampollo figlio di papà vende le sue aziende? Dobbiamo forse preoccuparci se un AD distante che sa parlare solo di EBITDA vuole efficientare, smembrare, risparmiare 2 euro sugli uffici e sui banchi prova e sulla galleria del vento e far telelavorare progettisti anonimi e mal pagati?
No, non dobbiamo preoccuparci, piuttosto si devono preoccupare loro, perchè qui continuerà a nascere il futuro. Se poi qualche imprenditore con capitali e idee vorrà investire qui, be’ lo sviluppo del futuro sarà ancora più accelerato e il distretto dell’automotive tornerà come sempre a sfornare aziende vincenti.
P.S. se sei un imprenditore con visione del futuro, ti consigliamo di vedere il film Ferrari di Michael Mann, poi se ne comprendi lo spirito imprenditoriale che animava quei produttori, vieni qui a visitare 10 imprese e forse capirai perchè qui nasce il futuro.
Primo Gonzaga
Sono un imprenditore. Vorrei propormi per rilanciare il FARE O PRODURRE ITALIANO. Cosiddetto MADE IN ITALY. Chi mi può dare una mano nel fare ciò ?