A Parma sta entrando sempre più nel vivo la campagna elettorale in vista delle elezioni amministrative di domenica 12 giugno, quando i cittadini andranno alle urne per decidere chi sarà il nuovo sindaco del capoluogo emiliano dopo i due mandati di Federico Pizzarotti.
Tra i “big” nazionali che hanno fatto tappa in città c’è anche la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni, che nella mattinata di martedì 31 maggio è arrivata in piazza Garibaldi per sostenere il candidato sindaco del suo partito Priamo Bocchi, che in questa tornata elettorale correrà da solo, senza l’appoggio degli altri soggetti politici del centrodestra: Lega e Forza Italia, infatti, hanno deciso di puntare su un altro candidato, Pietro Vignali, già primo cittadino di Parma dal 2007 al 2011.
“Noi vogliamo difendere gli italiani, per noi il futuro lo devono fare i giovani, come nel Risorgimento; il reddito di cittadinanza è una paghetta che viene data ai giovani per farli stare calmi invece che stimolarli e dare loro la libertà con un lavoro”, ha detto Meloni arrigando la folla presente.
“Per noi l’Europa è un’istituzione in cui l’Italia deve contare come contano Francia e Germania, non è colpa loro che difendono giustamente i loro interessi, è colpa del governo italiano che non difende quelli degli italiani”, ha attaccato la leader di Fratelli d’Italia.
Ad assistere al comizio c’era anche Giorgia Manghi, esponente reggiana di Fratelli d’Italia: “A Parma e a Piacenza Giorgia Meloni ribadisce le linee programmatiche del partito, ricordando che i cittadini alle amministrative del 12 giugno possono dare un segnale importante per cambiare anche il governo nazionale. La tutela dei cittadini e del made in Italy parte già dai Comuni e deve arrivare al governo nazionale e all’Europa: i prodotti tipici vanno valorizzati, non svenduti, e le nostre radici vanno difese, anziché essere calpestate in nome del politicamente corretto”.
“L’immigrazione illegale – ha aggiunto Manghi – va fermata, mentre i profughi riconosciuti e aiutati solo se effettivamente scappano da una guerra, come le donne e i bambini che vediamo oggi arrivare da est, non come i giovani uomini che sbarcano sulle nostre coste e sono accolti dalla sinistra. È ora di riportare la meritocrazia nelle scuole, al lavoro; basta con le politiche sessantottine di uguaglianza che non riconosce i meriti, ma livella tutti verso il basso. Metteremo sempre l’interesse nazionale davanti a quello di partito, a differenza di tutti gli altri, come abbiamo già dimostrato non volendo poltrone in questo governo”.
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Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
Diranno, sia a sinistra che a destra, che c'è un disinteresse della politica, in particolare dei giovani, diranno che molti non votano perché pensano che, […]
Continuano gli straordinari successi elettorali dell'area riformista liberaldemocratica,che si ostina a schierarsi sempre indissolubilmente nel campo del centrosinistra senza mai beccare nemmeno un consigliere,cosi' come […]