Luzzara ricorda il brigadiere Iscaro, ucciso 24 anni fa in uno scontro a fuoco

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Si è svolta oggi la commemorazione per il 24° anniversario della morte del brigadiere Pasquale Iscaro, ucciso il 28 luglio 1998, a Luzzara, nel corso di un conflitto a fuoco con alcuni rapinatori.

Alla cerimonia, oltre ad Angelo Iscaro, figlio del militare decorato con la medaglia d’oro, al comandante provinciale dei carabinieri colonnello Andrea Milani accompagnato dagli altri Ufficiali della provincia, alle autorità civili e ai rappresentanti dell’Associazione Nazionale dei Carabinieri, non è voluto mancare nemmeno il Procuratore capo della Repubblica di Reggio Emilia, Gaetano Paci, che, assieme ad Angelo Iscaro, al comandante provinciale dei carabinieri di Reggio Emilia colonnello Andrea Milani, al comandante della Guardia di Finanza di Reggio Emilia, Filippo Iva Bixio e al vicario della Questura di Reggio, Gianpaolo Patruno, assieme al sindaco di Luzzara Elisabetta Sottili, ha dato inizio alla toccante cerimonia con la deposizione di una corona ai piedi della lapide commemorativa.

Alla presenza di numerosi cittadini, si sono poi susseguiti gli interventi dello stesso Sindaco di Luzzara e del Comandante Provinciale Colonnello Andrea Milani, dopo la Santa Messa in suffragio al decorato, officiata dal cappellano Militare della Legione Carabinieri Emilia Romagna di Bologna Don Giuseppe Grigolon presso la Chiesa di San Giorgio. Questa la motivazione con la quale venne concessa la Medaglia d’Oro al Valor Militare alla Memoria al brigadiere capo Pasquale Iscaro: «Nel corso di servizio perlustrativo unitamente ad altro militare, non esitava a fronteggiare, con ferma determinazione ed insigne coraggio, due malviventi sorpresi a rapinare un istituto di credito. Costretto a deporre la pistola d’ordinanza dai rapinatori che minacciavano di uccidere due inermi cittadini, con responsabile freddezza attendeva la liberazione degli ostaggi e, recuperata l’arma, si poneva all’inseguimento dei malviventi nel tentativo di procedere alla loro cattura. Fatto oggetto ad azione di fuoco, replicava, benché ferito, all’attacco dei criminali, colpendone mortalmente uno, prima di accasciarsi al suolo. Fulgido esempio di elette virtù militari ed altissimo senso del dovere, spinti fino all’estremo sacrificio. Luzzara (Reggio Emilia), 28 luglio 1998.»