Sarà celebrato giovedì 22 dicembre il centenario della nascita di Osvaldo Piacentini, una delle figure di maggior spicco nella storia reggiana del secolo scorso.
L’impronta di Piacentini, infatti, è profondamente incisa tanto nella vita della chiesa reggiana quanto in quella sociale e politica del nostro territorio, arricchita da esperienze, incontri, attività professionali e testimonianze che lo hanno reso, contemporaneamente, un punto di riferimento per il mondo cattolico, gli studi e i progetti urbanistici ben oltre i confini locali.
Non a caso, la figura dell’architetto e diacono reggiano sarà ricordata con una cerimonia religiosa nella cripta della Cattedrale di Reggio Emilia e nella Sala del Tricolore con la partecipazione dei più alti rappresentanti (e tra questi il Vescovo Giacomo Morandi e il Sindaco di Reggio Emilia, Luca Vecchi) dei diversi mondi che videro Piacentini tra i massimi esponenti di quel cattolicesimo sociale, animato da un forte impegno civile, che lo unì profondamente a figure emblematiche dell’impegno dei cattolici nella vita sociale e politica: da don Dino Torreggiani a don Mario Prandi, fino a don Giuseppe Dossetti e tanti altri sacerdoti e laici.
Nato il 29 dicembre 1922 a Scandiano, nel 1943 (quando già aveva conseguito il doppio diploma in maturità scientifica a Parma e all’Istituto per geometri di Reggio Emilia) Osvaldo Piacentini venne dapprima congedato e, poco dopo, richiamato alle armi; la scelta di disertare precedette di qualche mese la sua associazione ai partigiani della Terza Brigata Apuane con il nome di battaglia “Waldo”. Influente, anche in questo caso, fu il legame con un sacerdote: don Angelo Cocconcelli, storico parroco di San Pellegrino e allora in contatto con le brigate partigiane.
Nel 1946 (un anno dopo essere scampato alla fucilazione insieme al fratello Bruno, anch’egli partigiano), inizia l’attività professionale insieme ad alcuni amici, che fonderanno poi (1947 lo Studio Cooperativo di Progettazione Civile e, nel 1952, la Cooperativa Architetti e Ingegneri di Reggio Emilia.
L’intreccio tra impegno professionale, militanza cattolica, impegno civile e politico (nella Democrazia Cristiana) si fa sempre più stretto e segnerà tutta la vita di Piacentini. I suoi grandi studi e i progetti – che valgono a lui e alla Cooperativa Architetti e Ingegneri grandi riconoscimenti nazionali ed internazionali – sono orientati ad una ridefinizione dei contesti urbanistici (da Reggio Emilia a Bologna, Como, Pesaro, Modena, Treviso e altri ancora) e al disegno dello sviluppo di aree vaste come l’Appennino in cui è evidente l’attenzione alle fasce più deboli, alla salvaguardia e alla valorizzazione delle risorse ambientali e allo sviluppo di servizi e relazioni tra persone.
Molto impegnato nella parrocchia del Preziosissimo Sangue, in città, inizia nel 1973 il cammino verso il diaconato permanente; sarà ordinato cinque anni dopo, insieme al primo gruppo di diaconi al servizio della Chiesa reggiana.
Tra gli ultimi e grandi contributi di Piacentini si ricorda quello assicurato, nel metodo e nel merito, alla impostazione del Primo Piano Territoriale Regionale, nel 1983.
La morte avvenne prematuramente il 4 gennaio 1985, due giorni prima la ricorrenza del 29° anniversario di matrimonio con Liliana Bussi, con la quale generò 12 figli.
Il 22 dicembre le celebrazioni del 100° anniversario della nascita di Osvaldo Piacentini si apriranno alle 15,30 con la celebrazione della santa messa officiata da don Giuseppe Dossetti.
Alle 17,00, in Sala del Tricolore (con l’evento in diretta streaming sul canale youtube del Comune capoluogo) a ricordarlo saranno Luca Vecchi, Sindaco di Reggio Emilia, mons. Giacomo Morandi, Vescovo della diocesi di Reggio Emilia e Guastalla, Giorgio Zanni, presidente della Provincia, Barbara Lori, assessora alla programmazione territoriale della Regione Emilia-Romagna, Marco Bussone, presidente dell’Unione nazionale Comuni, Comunità ed Enti montani, Francesco Massimo Moccia dell’Istituto nazionale di urbanistica, Francesco Evangelisti, consigliere dell’Archivio Osvaldo Piacentini, Filippo De Pieri del Politecnico di Torino, Alberto Melloni di Unimore, Pierluigi Castagnetti, presidente del Premio per la Pace Giuseppe Dossetti, e Giampiero Lupatelli, economista, vicepresidente di Caire.
Grazie Architetto.
Nel 1973 mi sono laureato in ingegneria all’UNIVERSITA’ ALMA MATER DI BOLOGNA con una tesi sullo sviluppo dei collegamenti territoriali e dei trasporti nella provincia di Reggio Emilia e in particolar modo nell’area montana. Per tale tesi, svolta assieme ad altri compagni di facoltà, il grande Architetto Osvaldo Piacentini, pur non operando all’interno dell’Università, ci ha praticamente fatto con grande entusiasmo da Relatore.
Lo ricordo con profonda gratitudine in occasione del centenario della nascita.
L’approfondire i temi cari a Piacentini mi ha portato per altro ad incontrare colui che mi ha cambiato la vita a tutti gli effetti mons. Luigi Giussani ( il GIUS ) fondatore di CL.
Approfondendo un particolare sono arrivato all’Universale, in primo luogo attraverso ” IL SENSO RELIGIOSO” l’opera fondamentale del GIUS.
Anche del carissimo don Gius ricorre quest’anno il centenario della nascita.
Grazie Gius
“E’ veramente Grande Dio. E’ Grande questa nostra Vita.” Canta Chieffo
PS- AVENDO CONOSCIUTO OSVALDO PENSO SI RIVOLTERA’ NELLA TOMBA PER QUESTE CELEBRAZIONI.
FORSE LO HANNO SCAMBIATO PER L’ARCHITETTO MARCELLO PIACENTINI IDEOLOGO DEL MONUMENTALISMO DEL REGIME FASCISTA.