Ogni sera a Bologna piazza Scaravilli, nel cuore della cittadella universitaria, si illumina con i colori giallo e azzurro della bandiera ucraina e quelli arcobaleno della bandiera della pace, in un gioco di luci e colori ideato per sottolineare la vicinanza dell’ateneo emiliano al popolo ucraino.
È soltanto una delle azioni che l’Università di Bologna ha deciso di intraprendere negli ultimi giorni per ribadire a tutta la comunità universitaria il proprio impegno a sostegno di studenti, studentesse ed esponenti a vario titolo della comunità accademica vittime della guerra in Ucraina e, più in generale, in favore dell’intera popolazione ucraina, vittima dell’aggressione militare da parte della Russia.
Il rettore Giovanni Molari ha spiegato che gli studenti e le studentesse di nazionalità ucraina iscritti (176) e in mobilità (7) presso l’Università di Bologna sono stati contattati via e-mail per offrire loro un supporto: “Abbiamo incontrato una rappresentanza per raccogliere direttamente le richieste, e stiamo mantenendo con tutti un confronto costante”, ha detto il rettore. I sei studenti in mobilità outgoing in Russia, invece, sono rientrati a Bologna pochi giorni dopo lo scoppio del conflitto. L’Alma Mater ha dato la propria disponibilità al Ministero dell’università ad accogliere ricercatori e studenti di nazionalità ucraina, in collaborazione con Er.Go, il Comune di Bologna e la Regione Emilia-Romagna.
L’ateneo emiliano sta anche lavorando sulla formulazione dei bandi per assegnare le risorse; con un provvedimento d’urgenza, inoltre, è stata disposta l’immediata proroga al 30 giugno del termine per il pagamento della terza rata delle tasse universitarie, per venire incontro a studenti e studentesse che a causa dell’impatto economico della guerra in Ucraina si fossero trovati impossibilitati a osservare la scadenza originale del 15 marzo.
Altre iniziative in campo riguardano l’avvio di un supporto psicologico specifico, l’individuazione di interpreti, la collaborazione per la raccolta di medicinali e generi alimentari, oltre a iniziative culturali e di approfondimento organizzate da docenti di diversi dipartimenti.
L’Università di Bologna, infine, ha attivato la casella di posta elettronica emergenza.ucraina@unibo.it per raccogliere eventuali richieste di assistenza.
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Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
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