Il sindaco Matteo Lepore ha presentato nel Consiglio metropolitano le linee programmatiche di mandato 2021-2026: “La Grande Bologna, per non lasciare indietro nessuno”. Come già anticipato dal Sindaco durante la presentazione nel Consiglio comunale di Bologna, e come ribadito oggi in Aula a Palazzo Malvezzi, il programma di mandato è scritto in ottica metropolitana, cioè è un unico documento per Comune e Città metropolitana di Bologna.
Il programma di mandato porta dunque a compimento un percorso amministrativo e politico iniziato nei mesi scorsi con la definizione delle linee di mandato di Bologna e proseguito con un ampio confronto con le realtà istituzionali, economiche e sociali del territorio. Si sta di fatto introducendo un modello di governance integrata fra Città metropolitana e Comune capoluogo che può anticipare, sperimentandola, una riforma dell’istituto della Città metropolitana, per rafforzarne l’azione e la rappresentatività, semplificare le procedure decisionali e garantire maggiore capacità di relazione con Regione e Governo.
Come previsto dallo Statuto della Città metropolitana di Bologna, a partire da oggi i Consiglieri metropolitani avranno 30 giorni di tempo per presentare proposte di modifica o integrazioni alle linee di mandato. Alla scadenza di questo termine il Sindaco ha ulteriori 20 giorni per sottoporre all’approvazione dell’Aula il documento definitivo. L’iter di approvazione si concluderà dunque entro il mese di aprile.
Le linee di mandato di Bologna metropolitana sono organizzate in cinque macro aree di intervento concentrate intorno a obiettivi e progetti chiave:
1. Bologna che cresce per tutte e tutti
2. Bologna per il diritto alla salute e alla fragilità
3. Bologna verde e sostenibile
4. Bologna educativa, culturale e sportiva
5. Bologna vicina e connessa
Tanti i progetti di respiro metropolitano presenti nel documento tra cui: la Carta metropolitana per la logistica etica, il Piano metropolitano per l’economia sociale, l’articolazione metropolitana della Città della Conoscenza, il Potenziamento del Fondo di perequazione del PTM, l’estensione delle Case della Salute e la trasformazione in Case di comunità, il rafforzamento del SAI (Sistema di Accoglienza e Integrazione) anche a fronte della crisi ucraina, il Piano per l’uguaglianza, il Programma di forestazione metropolitana, la Bicipolitana come spina dorsale dell’impronta verde, il completamento del Servizio Ferroviario Metropolitano e la realizzazione delle Opere complementari al Passante di nuova generazione. E ancora: la Rete metropolitana per l’apprendimento permanente, un Coordinamento metropolitano per le politiche sui nidi, la valorizzazione delle industrie culturali e creative, il potenziamento dei Distretti culturali metropolitani, la diffusione del bilancio partecipativo, Adesione alla Ready (rete degli enti locali per i diritti Lgbti+) e un Progetto innovativo sulla cybersecurity.
“È nella dimensione metropolitana che si svolgono le nostre vite reali, le nostre aspirazioni. È in quella dimensione che siamo chiamati a ripensare la nostra economia, il lavoro, i servizi essenziali, il posizionamento nel contesto internazionale, una ritrovata cultura della solidarietà, l’amore per la scienza, un nuovo equilibrio tra contesto urbano, ecologia e biodiversità”, recita l’introduzione dal documento.
“L’avvio del mandato ha visto da subito una scelta chiara sulla dimensione metropolitana. – ha spiegato il Sindaco in Aula – Come Sindaco del capoluogo ho presentato il 31 gennaio scorso le linee di mandato per il comune di Bologna. A partire da quel contributo, che già si pensava in chiave metropolitana, ho raccolto osservazioni attraverso gli incontri con le Unioni dei Comuni, i sindacati, le associazioni economiche, il lavoro con i consiglieri delegati e quanto presentiamo oggi è frutto di quel lavoro. Diversi sono i punti che abbiamo scelto per caratterizzare i prossimi 5 anni, a partire da due obiettivi fondamentali: la riduzione delle disuguaglianze e la transizione ecologica”.
La Città metropolitana, dal capoluogo a tutti i suoi Comuni, assume dunque la responsabilità di aprire una riflessione, una strada che porta all’innovazione di un modello di governo del territorio che, all’incompiuta riforma delle Province, risponde rilanciando con l’iniziativa politica, basata sulla condivisione delle scelte e degli strumenti di indirizzo. Per puntare a ridurre le distanze, senza annullare le differenze; a distribuire meglio le risorse, valorizzando le singole vocazioni; ad elevare lo standard dei servizi in ogni luogo dell’area metropolitana.
(mc)
Ultimi commenti
Anche l' Ordine degli Avvocati di Reggio Emilia .
Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
Diranno, sia a sinistra che a destra, che c'è un disinteresse della politica, in particolare dei giovani, diranno che molti non votano perché pensano che, […]