Innanzitutto va ristabilito il corretto significato delle parole: un Parco fluviale in quanto tale prevede la tutela dell’ambiente e non la posa di 2 km di soletta di cemento nell’alveo del torrente.
Le osservazioni che poniamo alla riflessione dei cittadini di Parma e dell’Amministrazione Comunale sono: 1) sul rapporto costo/benefici delle opere che si vorrebbero realizzare; 2) sull’impatto a carico dell’ecosistema dell’alveo e sulle sue funzioni di corridoio ecologico; 3) sulla funzionalità come asse ciclabile Nord-Sud.
1) Un’ingente somma di denaro pubblico (700.000 € nel 2019 e altri fondi nel 2020, oltre ai costi di manutenzione dopo ogni piena – almeno due volte all’anno, dati AIPO – per circa 50.000-60.000 euro) viene spesa per un’opera che sarà fruibile solo da aprile/maggio a settembre (5 mesi), chiusa per rischio idraulico nei restanti, chiusa per motivi di sicurezza pubblica dopo il tramonto, chiusa in caso di piene. Questo limitato tempo di utilizzo suggerisce di destinare le risorse stanziate ad usi che appaiono di maggiore importanza e urgenza, quali il miglioramento delle piste ciclabili e dei parchi cittadini, il cui bisogno di manutenzione è sotto gli occhi di tutti. Per esempio, si potrebbe sistemare a) l’itinerario ciclabile che porta a Baganzola che è soggetto, nei due punti in cui corre nel greto della Parma, a copertura da fango che lo rende inagibile e b) la risistemazione/riqualificazione, dopo l’alluvione del Baganza, della pista ciclabile che sull’argine destro del Baganza permetterebbe di uscire dalla città per andare a Sala Baganza, al Parco dei Boschi di Carrega e al Casino dei Boschi. Tali percorsi e i loro prolungamenti rappresentano vere e proprie greenway.
2) Il progetto che apparentemente favorisce la fruizione dell’ambiente, di fatto porterebbe ad un aumento dell’antropizzazione dell’alveo della Parma. Rimarchiamo l’importanza di un corridoio ecologico scampato alla bulimia cementizia degli anni Novanta-Duemila, del suo valore per la biodiversità, come isola verde nel mitigare il calore estivo in città, contrastando l’effetto del cambiamento climatico. Oggi, il Lungoparma è posto privilegiato di osservazione della fauna in libertà. Negli anni, il greto del torrente Parma è diventato luogo di ospitalità per oltre 100 specie, tra le quali caprioli, fagiani, lepri e numerosi uccelli, che in questo luogo vivono o nidificano come aironi, garzette, cormorani, germani reali, cavalieri d’Italia, nitticore, e, perfino specie rare come l’airone schistaceo. Purtroppo, un aumento dell’accesso alla ristretta area del greto della Parma e la presenza di una pista ciclabile causerebbero l’allontanamento della fauna e la perdita della vocazione naturalistica dell’area e del ruolo sociale, educativo ed ecologico che essa svolge. Anche l’aspetto paesaggistico ne risentirebbe, a causa dell’installazione in un ambiente naturale quale il greto di un fiume, di manufatti (pista e rampe dotate di sponde, trombe per segnali di allarme). Aggiungiamo, che, purtroppo, facilitando l’accesso al greto della Parma se ne favorisce l’utilizzo anche per altri scopi, non certo di osservazione naturalistica, con ulteriore aumento del degrado e della mancanza di sicurezza.
Se l’intento dell’Amministrazione Comunale è di valorizzare l’ambiente fluviale, proponiamo di ripristinare l’area di riequilibrio ecologico che si trovava tra il ponte Stendhal e il Ponte Dattaro, estendendola sino a Ponte Caprazucca, per arrivare davanti alle scuole facendone una vera e propria oasi naturalistica didattica protetta.
3) Nel cosiddetto parco fluviale il Comune propone di creare una pista ciclabile come asse fondamentale dell’attraversamento Nord-Sud della città. Tale progetto di pista ciclabile non ha alcun supporto pianificatorio nei precedenti atti comunali, quali il Piano Urbano della Mobilità Sostenibile (PUMS) che ha recepito il precedente BiciPlan. Si utilizzano fondi per un’opera inutile che dovrebbero essere utilizzati per creare un funzionale ed efficiente asse di scorrimento ciclabile Nord-Sud sul Lungoparma, separando i pedoni dai ciclisti, la cui promiscuità oggi crea ovvi conflitti, favorendo il servizio pubblico e le biciclette.
Chiediamo al Comune, alla Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici e all’AIPO di fermarsi, e di rivedere radicalmente il progetto, dopo una discussione con la città. Questo progetto è calato dall’alto, ricorda azioni di amministrazioni precedenti sia nei modi che nella sostanza (mancanza di utilità, puro effetto immagine, spreco di denaro pubblico). La Parma è un torrente, e il verde che lo circonda non è un vuoto da riempire, ma un ambiente che svolge importanti funzioni. Un progetto leggero, che rimuova situazioni di abusivismo e degrado e che ci regali un torrente più bello, sicuro e naturale è quello di cui la città ha bisogno per la sua Parma.
Ai fini di informare i cittadini le associazioni ambientaliste organizzeranno un’assemblea pubblica su questo progetto e sulle soluzioni alternative, mercoledì 13 febbraio, alle ore 18, nella sala riunioni di p.le Rondani 3/b, Parma.
Ultimi commenti
buffon sei il numero uno del pianeta terra
Anche l' Ordine degli Avvocati di Reggio Emilia .
Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!