In Italia sul settore delle costruzioni incombe lo spettro dello stop ai cantieri e dell’impossibilità di onorare i contratti a causa dell’incremento esponenziale dei costi delle materie prime e dell’energia, a fronte di appalti acquisiti a condizioni economiche che oggi sono insostenibili per le imprese. Ma non solo: lo scenario attuale, figlio di pandemia e guerra, rischia di compromette la possibilità delle aziende di partecipare alle gare del Pnrr, che nella stragrande maggioranza dei casi sono bandite con prezziari non aggiornati e abbondantemente superati dai rincari degli ultimi mesi.
A lanciare l’allarme è il settore costruzioni e impianti di Legacoop Produzione e Servizi, a cui aderiscono 440 cooperative, tre consorzi nazionali e 44 consorzi artigiani in forma cooperativa, che lunedì 11 aprile ha tenuto la sua assemblea nazionale a Bologna, alla quale sono intervenuti esponenti del mondo delle imprese, della cooperazione, del sindacato ed esperti di diritto degli appalti.
“Il 2021, dopo lunghi anni di crisi, è stato estremamente positivo per il nostro settore”, ha ricordato il responsabile del settore costruzioni e impianti di Legacoop Produzione e Servizi Paolo Laguardia: “Si è registrato un aumento degli investimenti del 16,4%, L’occupazione è cresciuta dell’11,8%. Dati di crescita (complessivamente +20% rispetto al 2019) che non si registravano da vent’anni, ma guerra e pandemia rischiano di compromettere una crescita determinante, anche in chiave anticiclica, per l’economia italiana e la realizzazione dei progetti del Pnrr, che rappresentano il futuro del Paese”.
Secondo Laguardia “senza una risposta forte nel calmierare i prezzi delle forniture e un adeguamento sostanzioso dei contratti, difficilmente si potranno mettere a terra i progetti del Pnrr. È urgente un provvedimento che consenta alle stazioni appaltanti e alle imprese di colmare il gap economico e scongiurare la sospensione dei lavori”.
Uno dei temi affrontati durante l’assemblea è stato quello del “nuovo patto di fiducia tra Stato e imprese”, basato su regole che consentano maggiore efficienza nella realizzazione delle opere. “La spinta delle riforme del 2016 può dirsi esaurita”, ha detto Laguardia: “Non solo non ha raggiunto i suoi principali obiettivi, ma ha introdotto in un sistema già farraginoso finalità che hanno prevaricato l’obiettivo principale delle regole sugli appalti pubblici: realizzare le opere nel minor tempo possibile e col miglior equilibrio tra costi e qualità. La cooperazione auspica una riforma del Codice dei contratti pubblici che possa essere più longeva delle precedenti, inaugurando una stagione nella quale la stabilità normativa sia un valore e le riforme non vengano utilizzate come una clava nello scontro tra gli schieramenti politici”.
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