Nonostante le copiose piogge (talvolta anche violente e distruttive, come avvenuto dopo Ferragosto in alcune province dell’Emilia) cadute di recente, sull’intero territorio della pianura padana permane lo stato di siccità, seppur con una parziale attenuazione degli effetti più gravi.
Come è emerso dall’incontro stagionale dell’Osservatorio sugli utilizzi idrici nell’area distrettuale del fiume Po, infatti, il livello di severità idrologica rimane ancorato al colore rosso, a testimonianza di uno scenario complessivo di gravità ancora elevata. D’altronde il deficit pregresso, accumulato in svariati mesi consecutivi senza precipitazioni degne di nota, ha creato un differenziale quasi incolmabile, o comunque del tutto insufficiente a compensare entro la fine dell’anno le quote medie disponibili di risorsa idrica.
Il monitoraggio delle diverse stazioni di rilevazione lungo l’asta del fiume Po, in ogni caso, ha restituito l’immagine di un quadro almeno parzialmente rigenerato, soprattutto se si considera che la stagione dei prelievi d’acqua per l’irrigazione si sta rapidamente avviando alla conclusione, anche con le raccolte anticipate di alcune colture – come, per esempio, quella del pomodoro.
Nella misurazione effettuata a Pontelagoscuro (in provincia di Ferrara) alla fine del mese di luglio, ad esempio, la portata non superava i 114 metri cubi d’acqua al secondo, mentre la stessa si è attestata a quota 540 mc/s (quindi ben al di sopra dei 450 mc/s di portata minima storica) subito dopo le ultime piogge, e adesso staziona abbastanza stabilmente attorno ai 400 mc/s: un livello rilevante che sta consentendo di far arretrare drasticamente il cosiddetto “cuneo salino”, il fenomeno di intrusione delle acque salmastre del mare Adriatico nell’area del delta. Il cuneo salino alla foce del grande fiume è passato dai 38-40 km di fine luglio ai 16-18 km attuali verificati dall’Arpae sul Po di Pila (18-20 km invece sul Po di Goro): un valore che, considerando anche le previsioni meteorologiche, che indicano pioggia nel prossimo weekend, dovrebbe rimanere confinato a circa 22-24 km dalla costa.
Le recenti piogge hanno consentito inoltre di far aumentare il livello di acqua invasata nei grandi laghi alpini: il lago di Como e quello di Iseo sono ancora vicini ai limiti di regolazione, mentre il lago d’Idro ha fatto registrare un livello superiore alla quota di minimo invaso. Il lago Maggiore, invece, dopo un’immediata ripresa dei volumi è nuovamente in vistoso calo, con un riempimento al 19%; il lago di Garda, infine, si è attestato a una percentuale del 28%.
Alla quattordicesima seduta dell’Osservatorio permanente dell’Autorità distrettuale del fiume Po erano presenti oltre 70 responsabili di regioni del distretto, enti territoriali, agenzie di monitoraggio meteoclimatico e portatori di interesse (idroelettrico, servizio idrico integrato e consorzi di bonifica), oltre ad esponenti della Protezione civile e del Ministero della transizione ecologica.
L’apertura dei lavori, coordinati dall’ingegnere distrettuale Andrea Colombo, è stata effettuata per la prima volta dalla sua nomina dal nuovo segretario generale Alessandro Bratti, che ha colto l’occasione per ribadire “ la rilevanza attuale e strategica dell’osservatorio e la fondamentale valenza operativa che lo stesso potrà acquisire con un’ulteriore e adeguata normativa specifica in grado di concretizzare periodicamente i migliori equilibri idrologici tra i diversi territori dell’area distrettuale”. Bratti, che ha anche ringraziato il suo predecessore Meuccio Berselli, ha confermato inoltre “l’importanza della collaborazione attiva e di reciproco scambio con tutti i soggetti presenti e in particolare proprio con Aipo, per la realizzazione di una progettualità e di una pianificazione nell’interesse del paese”.
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Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
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