Le mutazioni del paesaggio agrario, degli spazi di lavoro, dei corsi d’acqua e stradali dell’Emilia-Romagna. Una suggestiva ricognizione in oltre 200 scatti, spesso in bianco e nero. E’ il lavoro di Paola De Pietri, raccolto nel volume “Da inverno a inverno. Immagini attraverso le campagne dell’Emilia-Romagna 2019-2020”, commissionato dal Servizio Patrimonio culturale della Regione. La pubblicazione viene presentata sul portale del Patrimonio culturale della Regione Emilia-Romagna, in occasione della Giornata nazionale del paesaggio, istituita dal Mibact il 14 marzo per promuovere la cultura del paesaggio e sensibilizzare i cittadini sui temi a essa legati.
Il volume è una selezione di 400 scatti, e rappresenta un anno di lavoro dell’autrice, da inverno a inverno appunto, in un’interpretazione contemporanea del tema della campagna, dove l’uomo non è mai presente ma è continuamente evocato da elementi con cui ha modificato l’ambiente: pali elettrici, segnali stradali, casolari, allevamenti.
Ospita i contributi scritti di Stefano Catucci, docente di estetica e di Antonello Frongia, storico della fotografia, introdotti da uno scritto di Roberto Balzani, storico e docente, presidente dell’allora Istituto Beni Culturali, che ha promosso il progetto.
Una selezione di 60 opere, tra le più significative del progetto, entra a far parte del patrimonio della Fototeca regionale che ha sede alla “Biblioteca Guglielmi”.
La pubblicazione
Edito da Marsilio, a cura di Silvia Ferrari, il volume è il risultato di un anno di ricognizione attraverso il paesaggio agrario della regione. Un lavoro che rientra perfettamente nella tradizione dell’Istituto per i Beni Cultuali (ora Servizio Patrimonio culturale), perché fu proprio il paesaggio uno dei temi affrontati nei primi anni di vita dell’Istituto, un paesaggio da fotografare, documentare, conservare. Perché, si diceva allora, la pianificazione nasceva dalla conoscenza.
Oggi quell’approccio da rilevamento oggettivo, quasi da censimento, ha lasciato il posto a uno sguardo interpretativo in cui il fotografo, dopo la lezione degli anni Ottanta di Luigi Ghirri, non si limita a catalogare ma rilegge con maggiore libertà espressiva.
È in questo contesto che si colloca il lavoro di Paola De Pietri: un anno di fotografie, appunto da inverno a inverno, in cui il tempo e lo spazio sono fortemente collegati perché, come riflette l’autrice, “Quando penso al paesaggio, subito dopo aver individuato ‘dove’, cioè il luogo, penso subito dopo a ‘quando’, cioè in quale periodo dell’anno. E proprio seguendo l’intrecciarsi di queste due voci ho immaginato questo progetto”.
Le mutazioni del paesaggio agrario, degli spazi di lavoro, dei corsi d’acqua e stradali non sono però mostrate come risultato di un sentimento nostalgico, ma semmai proposte nella loro bellezza e ricchezza, in un diario di viaggio fatto di oltre 200 fotografie prevalentemente in bianco e nero, dettagli talvolta umili, rivelati dall’occhio attento dell’artista. Scatti selezionati tra gli oltre 400 documentati che seguono il ritmo delle stagioni, la vita contemporanea e le tracce del passato, interrogando l’interlocutore e invitandolo a colmare con la sua immaginazione i vuoti che talvolta si aprono tra le immagini, a prefigurarne un seguito.
Paola De Pietri (Reggio Emilia, 1960) si dedica alla fotografia a partire dagli anni novanta. Le sue immagini nascono da un’attenta osservazione del paesaggio urbano e naturale. Ha partecipato a numerose mostre personali e collettive in Italia e all’estero e molti volumi hanno pubblicato il suo lavoro. È stata coinvolta in numerosi progetti di committenza pubblica.
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Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
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