Domenica 3 gennaio a Roma si è tenuto un vertice tra il presidente del consiglio Giuseppe Conte, i capidelegazione della maggioranza di governo, il ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia e i componenti del Comitato tecnico-scientifico per fare il punto della situazione in vista del periodo post-Epifania: allo scoccare della mezzanotte tra 6 e 7 gennaio, infatti, scadranno gli effetti delle misure restrittive contenute nel cosiddetto Decreto Natale, che hanno visto tutta Italia in “zona rossa” per gran parte del periodo delle festività natalizie e di fine anno.
Sono diverse le ipotesi al vaglio, tra cui una proroga del decreto con un’ordinanza del ministro della salute: quel che è certo è che anche gennaio sarà un mese all’insegna delle restrizioni. Una delle idee sul tavolo è quella di prendere tempo con un “provvedimento ponte” – valido per la settimana tra il 7 e il 15 gennaio – che mantenga in vigore le regole attualmente vigenti (ovvero: Italia zona arancione nei giorni feriali e zona rossa nei giorni festivi e prefestivi).
L’alternativa sarebbe quella di far tornare tutta l’Italia in zona gialla nei giorni 7 e 8 gennaio, per poi passare alla zona arancione nazionale nel weekend del 9 e 10 gennaio e infine, dall’11 gennaio, tornare nuovamente alle fasce di colore regionali stabilite sulla base del monitoraggio dell’Istituto superiore di sanità e del Ministero della salute.
A proposito del monitoraggio, è allo studio un approfondimento per modificare le soglie degli indicatori (l’indice di trasmissibilità Rt e altri 20 parametri, che resterebbero comunque invariati) che determinano il passaggio delle singole regioni alla zona gialla, arancione o rossa. La proposta non è quella di modificare i parametri – che secondo il governo “hanno funzionato”, avendo fatto scendere il valore di Rt sotto la soglia critica di 1 – ma appunto le soglie di accesso o di uscita da una delle tre zone colorate.
Una terza ipotesi, ancora da definire nei dettagli, prevederebbe infine la possibilità di applicare in tutta Italia le misure da zona rossa nel weekend del 9 e 10 gennaio. La linea del rigore troverebbe d’accordo anche i presidenti delle Regioni, quasi tutti concordi con il mantenimento delle restrizioni anche per le prossime settimane, a due condizioni: purché le regole non siano modificate di settimana in settimana, come successo anche nel recente passato, e che siano garantiti i ristori alle attività economiche costrette alla chiusura.
Ultimi commenti
Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
Diranno, sia a sinistra che a destra, che c'è un disinteresse della politica, in particolare dei giovani, diranno che molti non votano perché pensano che, […]
Continuano gli straordinari successi elettorali dell'area riformista liberaldemocratica,che si ostina a schierarsi sempre indissolubilmente nel campo del centrosinistra senza mai beccare nemmeno un consigliere,cosi' come […]