“L’atto compiuto dal Senato rappresenta un importante passo in avanti verso la tutela delle aree interne e la salvaguardia di paesi a rischio spopolamento, ed è indubbio che, in questo senso, si tratta di un atto di grandissima rilevanza per il nostro territorio, ed in particolare per l’Appennino”.
Così Confcooperative e Legacoop commentano l’approvazione della legge ‘salva-borghi’ sui piccoli Comuni licenziata definitivamente dal Senato, sottolineando che “in questo contesto, le cooperative di comunità possono giocare un ruolo da protagoniste nel mantenere i servizi e i presìdi e nel fornire risposte occupazionali alle popolazioni dei territori emarginati, consapevoli che senza imprese che creano lavoro i piccoli Comuni non possono rinascere”.
Così Confcooperative e Legacoop commentano l’approvazione della legge ‘salva-borghi’ sui piccoli Comuni licenziata definitivamente dal Senato, sottolineando che “in questo contesto, le cooperative di comunità possono giocare un ruolo da protagoniste nel mantenere i servizi e i presìdi e nel fornire risposte occupazionali alle popolazioni dei territori emarginati, consapevoli che senza imprese che creano lavoro i piccoli Comuni non possono rinascere”.
E in questo senso l’Emilia-Romagna, ed in particolare Reggio Emilia, appaiono decisamente all’avanguardia in campo nazionale.
Proprio qui, infatti, è nata esperienza della “Scuola delle cooperative di comunità”, organizzata da Confcooperative e Legacoop con il supporto della Regione Emilia-Romagna. La quarta edizione, tra l’altro, si terrà il 20 e 21 ottobre a Succiso e il 10 e 11 novembre a Cerreto Alpi, dove sono nate le cooperative di comunità sicuramente più note a livello nazionale e internazionale: i Briganti di Cerreto, cooperativa che svolge servizi ambientali, di cura del verde e di accoglienza turistica, e la Valle dei Cavalieri, la cooperativa di comunità del Parco Nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano che si occupa di attività sportive, educazione ambientale, didattiche e gestisce ristorante, bar, agriturismo e altri servizi legati all’accoglienza turistica.
“Nei piccoli paesi – affermano Confcooperative e Legacoop – le singole attività commerciali e gli esercizi pubblici spesso non sono più sostenibili dal punto di vista economico; la loro progressiva chiusura porta così all’assenza di servizi di interesse generale, alla perdita di ricchezza del territorio e, di conseguenza, allo spopolamento dei centri”.
“Lavorare per il cosiddetto ‘contro-esodo’ – proseguono Confcooperative e Legacoop – significa quindi creare le condizioni sociali ed economiche perché le persone possano rimanere a vivere in questi borghi. Per farlo bisogna ricreare quel lavoro che rischia di scomparire, mettendo insieme le forze, in uno spirito di collaborazione e condivisione. Per questo nascono le cooperative di comunità, che vanno valorizzate e sostenute come presidio fondamentale di tutela dei territori emarginati”.
La legge ‘salva-borghi’ riconosce, proprio in questo senso, la possibilità di creare centri multifunzionali di servizi. “Questo riconoscimento è molto importante, insieme alla volontà di mantenere la presenza delle istituzioni nelle aree periferiche – concludono Confcooperative e Legacoop. Le cooperative di comunità sono per loro stessa natura multifunzionali perché distribuiscono valore e lavoro nel territorio in diversi settori produttivi e merceologici. Possono dare un contributo fondamentale alla salvaguardia dei piccoli Comuni
Ultimi commenti
Siamo nella città delle persone, per fortuna!!!
Per carità, lasciamoci estinguere allegramente! Fra poco saremo così rari, noi Italiani, che ci sistemeranno in campi di accoglienza... visto che ormai ci stanno togliendo
essendo ragno brasiliano, quindi extra comunitario, affidiamolo alla Giunta Comunale che lo includera' in un accogliente percorso di inserimento....