La mostra “L’Arte inquieta. L’urgenza della creazione” ha chiuso, con successo, da pochi giorni. Gli oltre 140 capolavori che la componevano sono tornati nei musei e collezioni europee che li avevano prestati per qualche mese, dando la possibilità di ammirarli agli oltre 23.000 visitatori che hanno animato le sale di Palazzo Magnani, riaperto proprio in questa occasione.
“Questa mostra ha rappresentato – afferma Davide Zanichelli, Direttore della Fondazione Palazzo Magnani – non solo un progetto artistico culturale di grande originalità, ma anche l’espressione di un programma sociale cui la Fondazione Palazzo Magnani ha dato vita insieme alla città di Reggio Emilia. La mostra a Palazzo Magnani, infatti, è stata l’apice di “Identità Inquieta”, il cartellone di iniziative culturali, mostre, eventi e appuntamenti, promosso da Comune di Reggio Emilia, Fondazione Palazzo Magnani e Farmacie Comunali Riunite, che molte istituzioni cittadine (culturali e sociali) hanno contribuito a realizzare, innescando un profondo dialogo collettivo sul tema dell’identità sociale, educativa e culturale della città a partire dalle domande che con urgenza emergono da tempo dai contesti più fragili e inattesi.
Il numero di visitatori è alto se si considera anche che l’ultima esposizione di Palazzo Magnani risaliva al periodo pre pandemico, con tutto ciò che ne ha comportato. A dimostrazione della forte identità e il riconoscimento che la nostra Fondazione ha raggiunto sia sul piano territoriale che nazionale.”
La mostra, a cura di Giorgio Bedoni, Johann Feilacher e Claudio Spadoni, ha avuto il merito di coinvolgere l’attenzione del pubblico, cresciuto esponenzialmente nel corso dello svolgimento della rassegna, su un tema assolutamente non scontato né di facile interpretazione: l’identità e la ricerca di sé. Un terreno complesso che i curatori hanno avuto il merito di rendere fruibile attraverso un percorso che ha unito grandi nomi dell’arte (Alberto Giacometti, Jean Dubuffet, Hans Hartung, Anselm Kiefer, Antonio Ligabue ecc…) in dialogo con le sorprendenti opere dei magnifici solitari dell’art brut e dell’Archivio del San Lazzaro di Reggio Emilia.
Con oltre 140 classi di studenti di ogni ordine e grado e più di 50 gruppi che hanno usufruito dell’organizzazione in visite guidate, laboratori per famiglie, eventi formativi e progetti dedicati al mondo delle fragilità e della terza età, la Fondazione Palazzo Magnani conferma il suo importante impegno verso l’accessibilità, proseguendo decisa nell’intenzione di legare strettamente l’arte con le tematiche del benessere e dell’inclusione, per fruire della bellezza delle opere esposte e, al tempo stesso, per riappropriarsi dell’arte come strumento di sviluppo individuale e sociale.
Ultimi commenti
Anche l' Ordine degli Avvocati di Reggio Emilia .
Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
Diranno, sia a sinistra che a destra, che c'è un disinteresse della politica, in particolare dei giovani, diranno che molti non votano perché pensano che, […]