di Sergio Burani
“Tutta mia la città”, ripetono gli amministratori cittadini di sempre. Ho avuto la fortuna di nascere nella mia piccola città, ma nel contempo la sfortuna di vederla da anni manipolata e svestita delle sue peculiari caratteristiche d’origine da amministratori dal senso unico politico, che l’hanno modellata a loro piacimento accantonando, quasi sempre, ogni richiesta e proposta – anche di buon senso – diversa dalle loro decisioni.
Tra queste ultime c’è stato lo sfoggio di mettere mano a vie, piazze, cortili e ciò che c’era fino a qualche anno prima, grazie alla “genialità” di architetti e portatori d’idee (anche ridicole), pur di fare qualcosa di diverso per “marcare il territorio” (ah, la presunzione!).
L’ultima ciliegina (solo per citarne una) è stata la Passeggiata Settecentesca (da Reggio città alla reggia di Rivalta) che ha trasformato viali e slarghi secolari restringendone, snaturandoli, gli spazi di scorrimento per rendere più agevole la suddetta passeggiata ai probabili pedoni.
Anche per questo discutibile capolavoro non si è tenuto conto che la popolazione cittadina si è ridotta (e si ridurrà ulteriormente) anche per ragioni anagrafiche, con vistoso aumento di deambulatori e carrozzelle con badanti, costretti a muoversi tra inciampi e sussulti, buche, toppe di catrame, cubetti irrequieti e nessuna alternativa, nonché monopattini zigzaganti ovunque tra furgoni per consegne a domicilio in zone pedonali e tavolate di trattorie da strada (non solo estive) e mercatini settimanali.
“Quanto è viva la città”… si fa per dire!
Sergio Burani
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Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
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