La folla grida “Morte all’America”

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Migliaia di iracheni, in un mare di bandiere, partecipano questa mattina a Baghdad al corteo funebre del generale iraniano Qassem Soleimani gridando “morte all’America”.
Il corteo dietro alla sua bara e a quella del suo luogotenente in Iraq, Abu Mehdi al-Mouhandis sfila tra le vie del distretto di Kazimiya, dove si trova un santuario sciita. Al termine, nella zona verde di Baghdad si terrà un funerale nazionale ufficiale alla presenza di molti leader iracheni. I resti di Soleimani saranno poi portati in Iran, dove verrà sepolti con una seconda cerimonia. Il premer iracheno partecipa alla cerimonia Alla cerimonia partecipa anche il primo ministro iracheno, Adil Abdul Mahdi. Lo ha reso noto l’ufficio del premier. Ieri Mahdi aveva detto che il raid americano è “una pericolosa escalation”, “la scintilla di una devastante guerra in Iraq”.

E nella notte un convoglio delle milizie irachene a nord di Baghdad è stato attaccato da un raid aereo statunitense che ha ucciso un comandante del gruppo paramilitare filo-iraniano, Shibl al-Zaidi, leader della Kataib Imam Ali, una delle milizie che compongono la coalizione Hashed al Shaabi. Secondo fonti militari irachene, nel raid – avvenuto nell’area di Taji – sono rimaste uccise sei persone che viaggiavano su due veicoli. Ma un funzionario americano, sotto anonimato, ha affermato che l’attacco segnalato vicino a Taji non è stato un attacco militare Usa. Il nuovo raid comunque il timore che in Iraq sia scoppiata una ‘proxy war’, una guerra per procura tra Washington e Teheran. L’offensiva dell’amministrazione americana punta a eliminare i vertici delle milizie con cui l’Iran mantiene il controllo sul Paese a maggioranza sciita.

Intanto gli Usa sono pronti ad inviare altre migliaia di soldati in Medio Oriente, in risposta all’Iran che minaccia una “vendetta pesante al momento e nel luogo opportuni” per “il più grave errore dell’America in Asia occidentale”, l’uccisione del generale Qassem Soleimani.