La Dc non c’è più, i democristiani invece sì

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di Luigi Bottazzi

Tra i tasselli che caratterizzano il ruolo originale e specifico dei democratici cristiani, non c’è alcun dubbio che esiste e persiste quella politica di centro che resta la principale bussola di riferimento di quell’area politica.
Non solo un partito di centro, ma un luogo politico in grado di declinare una vera e autentica politica di centro. In molte occasioni mi è capitato di registrare fra la gente comune, ma anche fra persone culturalmente avvertite, un sentimento di nuove interesse sulla Dc, su quello che è stata, e su ciò che resta di quella della straordinaria esperienza politica, culturale e di governo.
Forse merita di essere ripresa ed approfondita. Non tanto per fare un nuovo partito, ma per creare un’alternativa seria al destracentro che ci governa. La Dc non è mai stata solo “un partito di centro”, con grandi responsabilità – con meriti e demeriti -, ma, soprattutto, perché era stata capace allora di interpretare politicamente un blocco sociale, forse anche culturale, alternativo all’universo della sinistra comunista.

Di qui, la conclusione, che tutti coloro che cercano di proseguire il messaggio politico e di governo del partito italiano per eccellenza lo devono fare all’interno di un partito numericamente consistente e di centrodestra. E qui sta l’errore. Nel campo del centrosinistra, pur cercando di rimanere sempre fedeli al popolarismo di ispirazione cristiana, è li dove dovrebbe esserci lo spazio naturale.
Una fase politica che, però, appare già alle nostre spalle da tempo e che si è definitivamente allontanata dopo l’arrivo alla guida del Pd di Elly Schlein con il suo progetto di dar vita ad una sinistra radicale, massimalista ed estremista e con un centrodestra di governo che ha archiviato, di fatto, la lunga stagione berlusconiana dando vita, semmai, ad un destra-centro molto marcato, come si può constatare agevolmente, proprio sotto il profilo politico e della concreta azione di governo. E questa non è una preoccupazione da poco.

Ma, per restare al tema iniziale, se è evidente a quasi tutti che la Dc non è replicabile – salvo agli amici che caparbiamente e coraggiosamente pensano ancora di riproporre una esperienza politica ormai consegnata alla storia e agli storici – non c’è alcun dubbio che i democristiani esistono ancora. Ma non solo come singoli esponenti politici presenti qua e là nella cittadella politica italiana, ed anche in quella locale. No, mi riferisco a quel patrimonio di idee, di contenuti, di cultura, di metodo, di stile e di modo d’essere in politica che caratterizzano i democratici cristiani anche nella stagione politica contemporanea. Seppur molto lontana e del tutto diversa rispetto alla lunga fase storica che ha visto il protagonismo della Dc con la sua straordinaria, qualificata e riconosciuta classe dirigente. E, tra i tasselli che caratterizzano il ruolo originale e specifico dei democratici cristiani, non c’è alcun dubbio che esiste e persiste quella politica di centro che resta la principale bussola di riferimento di quell’area politica.

E quindi non solo un partito di centro, ma un luogo politico in grado di declinare una vera e autentica politica di centro. Ecco perché c’è un legame stretto tra i democristiani, la politica di centro, l’ispirazione cristiana, la difesa dei ceti popolari, la cifra riformista e anche essere alternativa alla sinistra massimalista e populista.
Ma la capacità di saper legare questi tasselli e tradurli anche, e soprattutto, in una aggregazione di tutti coloro che si riconoscono in quel patrimonio culturale e politico, resta la vera sfida politica del presente e del futuro. Una politica che sappia dispiegare un modello di sviluppo equilibrato, una crescita economica solida, una giustizia sociale sempre tesa al consolidamento della democrazia e nella tenuta dello Stato di diritto.

Luigi Bottazzi (ex consigliere regionale Dc-Ppi)