I cambiamenti climatici, il drastico innalzamento delle temperature, le scarse precipitazioni nevose e liquide, incidono sulle riserve idriche superficiali nei vari corsi d’acqua e nelle falde.
In Val D’Enza, ma non solo, l’emergenza siccità si ripropone ogni anno tanto da farla diventare una pericolosa “normalità” che mette a rischio più di un terzo della produzione agro alimentare.
Anche la produzione del Parmigiano Reggiano, il formaggio DOP più famoso al mondo, che sul nostro territorio ha la sua zona d’origine e dove, tra le due sponde dell’Enza, può contare su un indotto di oltre 280 milioni di euro, risente dei problemi legati alla siccità
In una recente intervista sul New York Times la Ministra Bellanova ha parlato dell’agricoltura come il settore dove “le nuove generazioni possono trovare un futuro che guarda sempre più a un modello di sviluppo sostenibile e centrale, in un contesto di innovazione, tecnologia e competenze”.
Italia Viva Val D’Enza ha accolto con piacere l’annuncio di qualche giorno fa, di un piano per la difesa e la salvaguardia dell’Appennino approvato dal Consorzio di bonifica dell’Emilia Centrale, grazie anche ai fondi della Regione ER e della protezione civile, che si compone di vari interventi di prevenzione al dissesto idrogeologico, di manutenzione straordinaria e di contrasto al fenomeno franoso per le zone di montagna, in pratica una serie di azioni a tutela del territorio.
All’interno del piano è presente un progetto di rifunzionalizzazione del nodo idraulico di Cerezzola, per un importo complessivo di 12 milioni di euro, che rappresenta un primo passaggio nell’ambito del tavolo tecnico “Enza”, con l’obiettivo di ridurre il deficit idrico della valle.
Deficit idrico che sul territorio venne discusso ben 160 anni fa con un primo progetto di sbarramento delle acque dell’Enza all’altezza di Vetto, per poi essere ripreso, per
questioni tecnologiche, poco più di 30 anni fa quando vennero presentate diverse idee progettuali riconducibili a una diga di grandi dimensioni, da sfruttare anche per la produzione di energia elettrica. Purtroppo tutto si bloccò dopo una serie di divisioni tra chi vedeva in quell’opera possibili ritorni a livello di lavoro e chi, invece, la etichettava come ecomostro.
L’acqua è essenziale per tenere in vita i sistemi agricoli senza i quali è a rischio la sopravvivenza del territorio e la competitività dell’intero settore alimentare.
Siamo nel 2020 e, come ogni anno, si preannuncia una situazione di emergenza assolutamente prevedibile e conteggiabile con dovuti progetti e interventi.
Non si può più prescindere dal mettere in campo interventi atti a tutelare e valorizzare gli elementi di salubrità per un territorio molto popolato, realizzando infrastrutture indispensabili e importanti in un’area di enormi potenzialità attrattive, strategica dal punto di vista logistico e di marketing territoriale, in un’ottica di tutela dell’ambiente dello sviluppo economico e sociale.
La Val D’Enza è un territorio che ha nel suo dna la volontà e la capacità di agire e reagire, e non è più tempo di aspettare lunghi e complessi iter decisionali che rimandano la risoluzione del problema
Il futuro è oggi.
Occorre una vigorosa assunzione di responsabilità da parte di tutti gli attori locali, dalla politica al mondo agricolo, dagli operatori economici alla filiera del turismo e accoglienza.
Italia Viva Val D’Enza è presente e disponibile, a servizio di un territorio che merita soluzioni e progetti realizzabili sul medio e lungo termine.
Ultimi commenti
Anche l' Ordine degli Avvocati di Reggio Emilia .
Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
Diranno, sia a sinistra che a destra, che c'è un disinteresse della politica, in particolare dei giovani, diranno che molti non votano perché pensano che, […]