L’ultima riunione di ottobre della cabina di regia tra Ministero della salute, Istituto superiore di sanità e Regioni ha certificato una brusca risalita (la terza consecutiva, dopo due molto più lievi) dell’indice Rt relativo all’epidemia di nuovo coronavirus in Italia.
Il valore dell’indice di trasmissibilità medio (calcolato sui casi sintomatici) dell’infezione da virus Sars-Cov-2, infatti, secondo i numeri del ministero e della Protezione civile riferiti al periodo compreso tra il 6 e il 19 ottobre è aumentato rispetto alla precedente rilevazione, raggiungendo quota 0,96 (range: 0,83 – 1,16); rimane comunque al di sotto, anche se di poco, rispetto alla soglia epidemica (Rt = 1), il valore che separa convenzionalmente una situazione di epidemia in avanzamento (Rt maggiore di 1) da una situazione di epidemia in regressione (Rt inferiore a 1).
In forte aumento anche il cosiddetto “Rt ospedaliero”, ovvero l’indice di trasmissibilità basato sui casi di Covid-19 con ricovero ospedaliero, salito a quota 1,13 (range: 1,07 – 1,19) rispetto allo 0,89 della rilevazione precedente: anche in questo caso si tratta della terza risalita consecutiva.
Supera invece la soglia epidemica l’Rt atteso, ovvero il dato dell’Rt proiettato alla prossima settimana (sebbene calcolato su dati solo parzialmente completi), quando è previsto un ulteriore aumento dell’indice di trasmissibilità fino a quota 1,14 (range: 1,13 – 1,16).
Il monitoraggio settimanale sullo stato dell’epidemia in Italia, inoltre, ha confermato l’interruzione del trend al ribasso (dopo sei settimane consecutive di calo) dell’incidenza settimanale dei contagi, risalita da 34 a 46 nuovi casi di positività riscontrati ogni 100mila abitanti; un valore, comunque, che per la sesta settimana consecutiva è al di sotto della soglia dei cinquanta nuovi casi ogni 100.000 abitanti, quella che secondo il Comitato tecnico-scientifico consente – se non oltrepassata – il miglior controllo della circolazione del virus grazie a un più efficiente contenimento (ovvero l’identificazione dei casi e il tracciamento dei relativi contatti).
È decisamente peggiorato, nel frattempo, il quadro delle regioni e delle province autonome classificate a rischio moderato, salite da quattro a diciotto, mentre solo tre regioni/province autonome sono attualmente considerate a rischio basso; nessuna regione o provincia autonoma, invece, è ritenuta al momento a rischio epidemico alto.
Per quanto riguarda la pressione sulle strutture ospedaliere, il tasso di occupazione nei reparti di terapia intensiva è sceso dal 3,9% al 3,7%, mentre il tasso di occupazione in aree mediche a livello nazionale ha fatto registrare un incremento, passando dal 4,2% al 4,5%.
È in forte aumento il numero di nuovi casi di Covid-19 non associati a catene di trasmissione (6.264, contro i 4.759 del monitoraggio precedente), mentre la percentuale dei casi rilevati attraverso l’attività di tracciamento dei contatti è sostanzialmente stabile (al 33%), così come è stabile anche la quota di casi rilevati attraverso la comparsa dei sintomi (al 47%); aumenta leggermente, invece, la percentuale dei casi diagnosticati attraverso le attività di screening (da 19% a 20%).
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Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
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