Saranno presentati giovedì 11 luglio all’auditorium Testori di Milano, nell’ambito del progetto Life Prepair, i risultati di “Valuta l’aria”, la prima indagine realizzata a livello del bacino padano sulla percezione dei cittadini rispetto all’inquinamento atmosferico e ai comportamenti da attuare per migliorare la situazione della qualità dell’aria.
L’indagine è partita considerando che il 40% della popolazione italiana – oltre 23 milioni di persone – risiede nelle regioni della Pianura Padana, e che in quest’area viene prodotto oltre il 50% del Pil nazionale: questo comporta emissioni in atmosfera complessivamente rilevanti nel bacino padano, che tuttavia risultano inferiori alla media dell’Unione Europea e in linea con quelle dei paesi più avanzati (se rapportate al Pil o al numero di abitanti), segno di standard tecnologici e pratiche gestionali tra i più avanzati.
Nonostante questo, la conformazione orografica e le particolari condizioni meteo-climatiche del bacino padano rendono particolarmente difficile la dispersione degli inquinanti, provocando superamenti dei valori limite per polveri, ossidi di azoto e ozono.
L’indagine “Valuta l’aria”, lanciata il 23 novembre del 2018 e chiusa il 10 gennaio di quest’anno, ha suscitato grande interesse nell’intera area del bacino del Po, con ben 7.331 cittadini che hanno partecipato su base volontaria compilando il questionario; ha avuto come obiettivo quello di indagare livello di percezione e di consapevolezza dei cittadini sul tema della qualità dell’aria e, in particolare, sui fattori ritenuti come i maggiori responsabili dell’inquinamento atmosferico.
Percezione. I cittadini del bacino del Po hanno la percezione che la qualità dell’aria sia in peggioramento, anche se i dati reali dicono che le emissioni dei principali inquinanti siano in diminuzione. Emerge dunque come i fattori di giudizio dei cittadini siano legati più a una sfera emozionale che non a una consapevolezza e a una reale informazione.
Informazione. L’informazione viene tratta soprattutto dalla rete, fattore che è contemporaneamente sia un’opportunità che un rischio: opportunità perché risulta più facile raggiungere i singoli cittadini, rischio per il proliferare di fonti anche non “accertate” e per la sempre maggiore diffusione delle cosiddette fake news.
Global vs Local. Nel bacino padano è molto diffusa la percezione secondo cui il livello locale sia quello in grado di influire maggiormente sulla qualità dell’aria. È singolare il fatto che i cittadini individuino come prioritario intervenire su processi e prodotti industriali e solo nell’11,1% dei casi considerino rilevante attuare limitazioni al traffico, nonostante la corretta percezione dell’impatto dei trasporti come primaria causa di inquinamento (59,8%).
Mobilità. Dalla rilevazione sulla disponibilità e sull’interesse dei cittadini a mettere in pratica azioni per migliorare la qualità dell’aria è emersa una diffidenza verso alcuni comportamenti richiesti ai cittadini. La domanda sul trasporto pubblico, con il 48,1% di assenso condizionato, ha mostrato un evidente richiamo alla necessità di miglioramento del servizio. I veicoli ibridi elettrici, a loro volta, con una disponibilità condizionata del 44,2% conducono al tema delle infrastrutture e del prezzo ritenuto ancora troppo elevato per l’accesso ai veicoli. Anche la domanda sul mezzo utilizzato per recarsi al lavoro ha fatto emergere un’evidente e palese correlazione con l’efficacia e l’esigenza di servizi alternativi per la mobilità.
Opinioni sul progetto Prepair. Limitazione del traffico (52,6%) e riqualificazione energetica degli edifici (51,2%) sono le iniziative largamente ritenute più efficaci nell’ambito delle attività avviate con il progetto Prepair. Da segnalare anche il 24% di cittadini che ritiene rilevante l’incentivazione della mobilità elettrica, con un interesse verso un settore ancora poco sviluppato ma percepito come in crescita e con grande potenziale.
Profili dei rispondenti. Dall’analisi sono emersi quattro profili di cittadino, suddivisi sulla base della proattività/disponibilità ad attuare comportamenti virtuosi per migliorare la qualità dell’aria: “Impegnati e proattivi”, “Disponibili ma…”, “Titubanti” e “Non disponibili”. Per stimolare un cambiamento negli stili di vita di ampie fasce della popolazione, secondo l’indagine, si dovranno adottare strategie precise e che sanciscano un “patto” chiaro secondo cui ciascun attore farà la propria parte secondo le proprie possibilità e competenze.
In sintesi, i risultati dell’indagine sottolineano come i cittadini del bacino padano risultino già disponibili a un cambiamento degli stili di vita, anche se in percentuale non maggioritaria. Per raggiungere un reale cambiamento appaiono come elementi chiave l’unità di intenti e la chiarezza con cui azioni e proposte dovranno essere presentate e avviate: anche il più responsabile e consapevole dei cittadini, infatti, mostra di valutare quanto gli viene sottoposto non solo in termini di informazioni tecniche ma anche attraverso la propria sfera emotiva.
Proprio a partire dai risultati sintetizzati nell’indagine, il progetto Prepair prevede l’avvio – il prossimo autunno – di una campagna di comunicazione, con la prospettiva poi di valutare eventuali modifiche comportamentali dei cittadini attraverso una nuova rilevazione da effettuarsi nel 2022.
Ultimi commenti
Anche l' Ordine degli Avvocati di Reggio Emilia .
Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
Diranno, sia a sinistra che a destra, che c'è un disinteresse della politica, in particolare dei giovani, diranno che molti non votano perché pensano che, […]