Il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Bologna Domenico Truppa, accogliendo la richiesta della procura felsinea, condivisa dalle difese delle sette persone che all’epoca furono prima indagate e poi (nel dicembre del 2016) archiviate, ha stabilito che le intercettazioni disposte nell’ambito dell’inchiesta sulle presunte pressioni rivolte alla sindaca di San Lazzaro di Savena Isabella Conti in relazione alla cosiddetta “colata di Idice” sono irrilevanti, né esiste altro motivo per conservarle, a cinque anni di distanza dall’archiviazione, e per questo dovranno essere distrutte.
Per “colata di Idice” si intende l’insediamento edilizio bocciato tra molte polemiche nel 2015 dalla sindaca Conti, che con due delibere comunali dispose la decadenza del piano operativo e del piano urbanistico. Conti, eletta all’epoca tra le file del Partito Democratico ma passata in seguito (anche per gli sviluppi di questa vicenda) a Italia Viva, denunciò di aver ricevuto forti pressioni da ambienti politici e dal mondo della cooperazione e delle imprese affinché rivedesse la sua decisione.
L’inchiesta che ne seguì coinvolse esponenti del Pd, dirigenti di cooperative e rappresentanti delle imprese costruttrici; alla fine l’inchiesta fu archiviata, ma dalle indagini venne a galla – come scrisse la procura – “una condotta pressoria, a volte qualificata da toni, espressioni e insistenze dimostrativi di una subalternità agli interessi economici e da una concezione della politica in cui l’interesse pubblico può essere anche subordinato a quelli privati configgenti”, anche se la condotta non fu giudicata “realmente intimidatoria e tale da meritare la sanzione penale”.
Gli indagati, accusati di minaccia a corpo politico e amministrativo, erano il presidente la direttrice di Legacoop Bologna Simone Gamberini e Rita Ghedini, il legale rappresentante della Palazzi srl Massimo Venturoli, l’allora sindaco di Castenaso Stefano Sermenghi, l’ex sindaco di San Lazzaro di Savena Aldo Bacchiocchi, l’ex presidente dei revisori del Comune Germano Camellini e il tesoriere del Pd di Bologna Carlo Castelli.
Il gip Truppa ha concordato con la valutazione di irrilevanza segnalata dalla procura, che con il procuratore aggiunto Morena Plazzi aveva sottolineato come si trattasse di registrazioni con i commenti agli sviluppi delle indagini riportati dai media. Questo, secondo il giudice, “non è stato seriamente posto in discussione dalla difesa di Isabella Conti, che pur avendo avuto ampia conoscenza del procedimento con diritto di accesso al fascicolo processuale non è stata in grado di evidenziare profili specifici di rilevanza ulteriore delle conversazioni intercettate per ipotetiche nuove iscrizioni a carico di altri soggetti”.
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Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
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