Si sono concluse giovedì 22 luglio le prime analisi sulla qualità dell’aria nei punti di monitoraggio ambientale individuati dall’Arpae sulla base del contesto territoriale potenzialmente interessato dalla ricaduta dei fumi dell’incendio che lo scorso 19 luglio ha interessato l’impianto di trattamento dei rifiuti di Herambiente in via Caruso a Modena: il rogo, originatosi intorno alle 23.30, è stato completamente spento solo nella mattinata di mercoledì, dopo poco più di dieci ore di lavoro da parte dei vigili del fuoco.
La direzione prevalente di provenienza dei venti, nel periodo più critico dell’incendio e fino al suo spegnimento, era da sud-est, ponendo prevalentemente sottovento l’area rurale a nord del centro cittadino, nonostante l’odore di fumo fosse percepibile anche in diverse zone della città.
I campionamenti hanno riguardato la ricerca di composti organici volatili (Cov – benzene, toluene, etilbenzene e xileni) e di aldeidi (formaldeide, acetaldeide, acroleina) e sono stati effettuati presso cinque punti individuati attorno all’impianto e nelle zone abitate più vicine (via Nonantolana, strada Villavara, Albareto, via Belgio, parco Via Buozzi).
I risultati analitici rappresentativi delle ore più critiche – quelle comprese dalle 2 alle 15 del 20 luglio – hanno mostrato livelli di inquinanti (Cov) sempre inferiori al limite di rilevabilità analitica; solo nel punto di monitoraggio di via Belgio è stato riscontrato un valore strumentalmente apprezzabile per il toluene (12 nanogrammi per metro cubo d’aria), in ogni caso molto inferiore ai livelli di riferimento nazionali e internazionali definiti per l’esposizione della popolazione (260 µg/m3 come media settimanale).
Anche i livelli di aldeidi rilevati sono risultati complessivamente contenuti, con concentrazione dei singoli composti ampiamente inferiore rispetto ai livelli di riferimento per la popolazione.
“Considerata la durata relativamente breve dell’incendio e i livelli di inquinanti ambientali riscontrati, non si evidenzia un rischio di effetti nocivi sulla salute delle persone correlati all’evento”, ha spiegato il direttore del dipartimento di sanità pubblica dell’Azienda Usl di Modena Davide Ferrari.
A integrazione delle analisi con campionatori passivi, sono stati analizzati anche i dati relativi alle polveri sottili Pm10 raccolti dalle stazioni di monitoraggio della qualità dell’aria potenzialmente interessate dalle ricadute dei fumi: considerando la direzione prevalente di provenienza dei venti, sono state prese in considerazione le stazioni di Tagliati, via Belgio e Albareto.
Nella giornata del 20 luglio la concentrazione misurata in queste tre stazioni è risultata pari rispettivamente a 28, 26 e 30 µg/m3, valori analoghi a quelli della stazione di via Giardini (non interessata dall’incendio), che ha fatto registrare una concentrazione di 28 µg/m3. Considerando che le stazioni di monitoraggio di Tagliati e Albareto registrano di norma valori leggermente più bassi rispetto a quella di via Giardini (dove è presente più traffico), è possibile ipotizzare un possibile contributo dei fumi dell’incendio, seppur abbastanza limitato.
Un analogo lieve incremento è stato registrato anche per quanto riguarda la concentrazione di polveri sottili Pm2.5 presso la stazione di Tagliati: 20 µg/m3, rispetto ai 14 µg/m3 della stazione di parco Ferrari, che mediamente si attesta sulle stesse concentrazioni di Tagliati. Il valore è comunque inferiore al limite previsto sulla media annuale per questo inquinante, pari a 25 µg/m3.
Per quanto riguarda infine i dati relativi agli inquinanti gassosi (ossidi di azoto, monossido di carbonio) misurati nelle tre centraline, non sono state rilevate variazioni significative rispetto ai normali andamenti.
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Anche l' Ordine degli Avvocati di Reggio Emilia .
Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!