Si apre una nuova stagione per i beni culturali dell’Emilia-Romagna: per rafforzare il lavoro avviato e consolidato in questi anni dall’Ibacn, dal primo gennaio 2021 le funzioni regionali in questo ambito passeranno dall’Istituto dei beni artistici, culturali e naturali direttamente alla Regione, grazie alla legge regionale presentata dalla giunta Bonaccini (e in particolare dall’assessore alla cultura Mauro Felicori) e approvata martedì 24 novembre dall’assemblea legislativa.
Sempre dal primo gennaio la Regione Emilia-Romagna acquisirà anche le proprietà e le risorse strumentali, mentre il personale dipendente in forza all’istituto sarà riassegnato alla Regione. È previsto inoltre che gli organi dell’Istituto decadano dai loro incarichi, fatta eccezione per il revisore unico.
Rispetto alla versione iniziale della proposta di legge, il testo definitivo ha visto l’accoglimento – già nel corso del dibattito in commissione – di emendamenti presentati da Pd, Fratelli d’Italia, Movimento 5 Stelle ed Emilia-Romagna Coraggiosa, che nel complesso hanno specificato meglio l’ambito d’azione del provvedimento, hanno rafforzato il ruolo di controllo dell’assemblea legislativa e hanno chiarito l’impegno a valorizzare il terzo settore e il mondo dell’associazionismo culturale.
L’Ibacn, allora Ibc, fu costituito dalla Regione nel 1974 come ente pubblico regionale dotato di autonomia e di una propria personalità giuridica, diretto da un presidente e da un consiglio di indirizzo: aveva come principale obiettivo quello di provvedere al censimento dei beni artistici, culturali e naturali emiliano-romagnoli, costituendo un inventario regionale in collaborazione con Province e Comuni.
Nel 1983 fu istituita, in seno all’ente, la Soprintendenza per i beni librari e documentari. Nel 1995, invece, all’Ibacn furono attribuite le funzioni amministrative di competenza regionale relative alla materia “musei e biblioteche di enti locali”. In seguito sono stati affidati all’Istituto nuovi importanti compiti amministrativi, mantenendo in capo alla Regione solamente l’approvazione della programmazione pluriennale in materia di musei, archivi e biblioteche, dei relativi piani annuali di intervento e degli standard di qualità per i servizi culturali, sulla base delle proposte dell’Istituto stesso.
Con la legge odierna, formata da 19 articoli, la Regione riprende la Convenzione di Faro, recentemente ratificata dal parlamento italiano, per promuovere una comprensione più ampia del patrimonio culturale e del suo rapporto con le comunità. La Regione assume così le funzioni già assegnate all’Ibacn nel settore del patrimonio culturale materiale e immateriale del territorio emiliano-romagnolo, ossia dell’insieme dei beni artistici, culturali, architettonici, naturali e paesaggistici.
In particolare la Regione si occuperà di realizzare attività conoscitiva e di ricerca per la valorizzazione, la conservazione e la promozione del patrimonio culturale, gestendo inoltre l’inventario regionale; promuoverà interventi di conservazione, restauro, manutenzione e valorizzazione; metterà a disposizione del pubblico, anche attraverso una biblioteca specializzata e una fototeca, la documentazione scritta, iconografica, cartografica, audiovisiva e multimediale, consentendo la consultazione delle banche dati relative al patrimonio culturale; realizzerà iniziative espositive e progetti con particolare riguardo all’educazione e alla sensibilizzazione della cittadinanza e delle giovani generazioni.
In materia di biblioteche, archivi storici, musei e beni culturali, invece, la Regione potrà attuare interventi diretti, stipulare accordi o convenzioni con soggetti pubblici e privati, acquistare e concorrere all’acquisto di beni, fondi, raccolte e collezioni di valore artistico.
La Regione potrà inoltre definire la costruzione, la ristrutturazione e il restauro di edifici adibiti (o da adibire) a sedi di istituti culturali; la costituzione e lo scambio di banche dati e sistemi informativi per biblioteche, archivi e biblioteche; interventi per l’incremento, la catalogazione, la digitalizzazione e il restauro del patrimonio culturale; la promozione del libro e della lettura; il restauro di sedi bibliotecarie, museali o archivistiche.
Un Comitato scientifico per il patrimonio culturale, istituito dalla giunta regionale e composto da diverse competenze del territorio, avrà il compito di qualificare le politiche regionali sulla relativa materia.
Anche l’attuazione della legge regionale per la salvaguardia e valorizzazione dei dialetti dell’Emilia-Romagna torna in capo alla giunta regionale, che potrà quindi assegnare incarichi per studi e ricerche, stipulare accordi o convenzioni con università, centri di documentazione e ricerca pubblici o privati, concedere contributi per progetti in relazione al tema, istituire e assegnare premi per le tesi di laurea e di dottorato, in continuità con quanto già realizzato dall’Ibacn.
Ultimi commenti
Anche l' Ordine degli Avvocati di Reggio Emilia .
Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
Diranno, sia a sinistra che a destra, che c'è un disinteresse della politica, in particolare dei giovani, diranno che molti non votano perché pensano che, […]