È all’esame dell’assemblea legislativa il Documento di economia e finanza regionale (Defr) 2023-2025, il principale strumento di programmazione economico-finanziaria della Regione Emilia-Romagna, che conferma un piano di investimenti che nell’arco di appena due anni ha raggiunto quota 18 miliardi: crescono, in particolare, gli investimenti per le infrastrutture (+1,477 miliardi), per il trasporto pubblico e ferroviario (oltre 660 milioni), per l’ambiente (+536 milioni), a favore delle imprese (+497 milioni), per le politiche abitative (+404 milioni), per la sanità (+282 milioni) e per l’edilizia scolastica e universitaria (+281 milioni). Un piano ulteriormente rafforzato dai finanziamenti del Pnrr (ad oggi sono oltre 4 i miliardi di euro destinati all’Emilia-Romagna), oltre alle risorse europee.
La relatrice di maggioranza del provvedimento (Pd) ha sottolineato come il Defr, che si compone di 97 obiettivi strategici, preveda “importanti investimenti per la crescita e per abbattere le disuguaglianze”, evidenziando inoltre il fatto che “di fronte a un momento complesso, pur tra le difficoltà legate alla pandemia, alla guerra e all’aumento dei prezzi, l’Emilia-Romagna continua a crescere grazie anche alla pianificazione degli investimenti”. Un insieme di scelte strategiche da parte della Regione “che avranno ricadute economiche sul nostro territorio”. La relatrice ha infine ricordato la rilevanza degli investimenti per il contrasto dei cambiamenti climatici.
La relatrice di minoranza (Lega), invece, ha criticato il metodo, “sempre più ingombrante e faticoso da leggere, con pochi numeri. È un Defr che si nasconde dietro al Patto per il lavoro e per il clima. L’autunno sarà faticoso, e il Defr è poco concreto. Ad esempio, il problema della montagna è il calo demografico: bene i ristori, ma in futuro serve sostegno alle imprese e la riapertura dei punti nascita. Sulla viabilità, il documento non parla di quarta corsia né di via Emilia bis”. La relatrice, inoltre, ha citato altri punti critici come sanità (“come saranno utilizzati i 45 milioni a disposizione?”), politiche abitative, società partecipate e lavoro.
L’assessore al bilancio Paolo Calvano ha evidenziato invece come con il Defr si darà avvio al ciclo di bilancio 2023-2025: “Il merito di quest’aula è avervi contribuito attraverso un dibattito costruttivo sia da parte della maggioranza che da parte dell’opposizione. Questo documento contiene tutti gli strumenti di programmazione di cui si è dotato l’ente, dal Patto per il lavoro e per il clima all’Agenda 2030 e ha il grande merito di far confrontare le diverse forze politiche e le parti sociali emiliano-romagnole”.
Nel Defr, ha aggiunto Calvano, “vengono tenuti insieme gli investimenti sul lavoro e le politiche ambientali. Punto fermo la digitalizzazione, per eliminare gli ostacoli per chi vuole fare impresa. Con gli investimenti della Regione e del Pnrr dobbiamo andare sempre di più nella direzione di una sanità territorializzata. Anche nella sfida della pandemia abbiamo tenuto alto il livello del sistema sanitario, ma serve l’aiuto dello Stato. Con il Defr riteniamo fondamentale il sostegno ai Comuni affinché possano essere agevolati nell’intercettare le risorse del Pnrr. Sono centrali, inoltre, le politiche per le famiglie, che devono essere messe nella condizione di avere un adeguato potere di acquisto e accesso ai servizi: è su queste politiche che continueremo a investire”.
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Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
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