Sono oltre 10.200 i contratti che gli imprenditori reggiani stimano di attivare in provincia di Reggio tra luglio e settembre di quest’anno, di cui 3.290 nel solo mese di luglio. La cifra relativa al terzo trimestre del 2019 non è molto distante da quella registrata nel 2018 (10.480): rispetto allo scorso anno, invece, è in aumento la quota del lavoro a tempo indeterminato, che passerebbe dal 27 al 30%.
Il picco delle entrate, secondo l’analisi dell’Ufficio studi della Camera di commercio di Reggio sui dati del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere-Anpal con la collaborazione delle Camere di commercio, si registrerà a settembre, con 4.570 nuovi contratti, 100 in più rispetto al record segnato lo scorso maggio.
Ritornando alla situazione di luglio, invece, dei 3.290 contratti previsti circa un terzo saranno stabili, ossia a tempo indeterminato o di apprendistato, mentre nel 70% dei casi saranno a termine. I dati del settimo mese dell’anno sono certamente influenzati dai tradizionali movimenti stagionali del settore dei servizi connessi al turismo e alla ristorazione, al commercio e ai servizi alle persone (che assorbiranno il 36% dei lavoratori in entrata).
Il dato sicuramente meno scontato, invece, è quello rappresentato dall’aumento della richiesta di figure professionali che svolgano attività di supporto alle imprese. Sono ben 300, ad esempio, i contratti che le imprese reggiane prevedono di attivare a luglio nelle attività dei servizi di trasporto, logistica e magazzinaggio, il 36% in più rispetto ad un anno fa; nei servizi avanzati di supporto alle imprese, inoltre, si stima che gli ingressi raggiungeranno le 120 unità, 40 in più rispetto alle 80 ipotizzate nello stesso periodo del 2018 (con un aumento dunque del 50% in un anno); in crescita dell’11,1%, infine, le entrate previste nei servizi informatici e della comunicazione, che si attesteranno così a 100 unità.
La tipologia di figure professionali ricercate per l’inserimento in azienda si scontra però, anche in questo periodo, con le difficoltà di reperimento dei lavoratori, difficoltà che riguarda il 39% dei profili richiesti. Dai risultati dell’indagine Excelsior è emerso che le professioni più difficili da reperire sono i conduttori di mezzi di trasporto, figura per la quale si prevedono 160 nuovi contratti ma che in 6 casi su 10 è ritenuta difficile da individuare; seguono in questa speciale classifica i tecnici in campo informatico, ingegneristico e della produzione (190 nuove entrate previste, il 56% delle quali difficili da reperire) e gli operai nelle attività metalmeccaniche ed elettromeccaniche (360 nuovi ingressi, difficoltà stimata a quota 53%).
Nell’industria sono attesi 1.340 nuovi ingressi, di cui 1.120 nel settore manifatturiero e delle public utilities e 220 nelle costruzioni. La quota maggiore (28,4%) è prevista nelle industrie meccaniche ed elettroniche, seguite da quelle metallurgiche e dei prodotti in metallo (19,4%); rappresentano invece il 16,4% le nuove entrate nel settore edile, il 9,7% quelle nel settore alimentare e delle bevande e il 6,7% quelle relative alle industrie chimico-farmaceutiche, della plastica e della gomma e al settore ceramico, solo per citare i comparti con le quote più significative.
Il 19% dei nuovi contratti sarà destinato a dirigenti, specialisti e tecnici, con una quota superiore alla media nazionale (17%); nel 33% dei casi gli ingressi in azienda riguarderanno giovani con meno di 30 anni.
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Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
Diranno, sia a sinistra che a destra, che c'è un disinteresse della politica, in particolare dei giovani, diranno che molti non votano perché pensano che, […]
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