I militari del comando provinciale della Guardia di Finanza di Reggio, al temine di una verifica fiscale, hanno scoperto un’associazione organizzatrice di eventi che si presentava come ente no-profit, costituito sotto forma di associazione con finalità di promozione culturale e artistica: ma dietro questa facciata sono stati accertati redditi non dichiarati per oltre 638.000 euro e un’evasione ai fini dell’imposta sul valore aggiunto di circa 110.000 euro.
Nello statuto l’associazione si prefiggeva lo scopo di diffondere e realizzare progetti di solidarietà sociale, tra cui l’attuazione di iniziative socio-educative, culturali, benefiche e filantropiche: l’associazione promuoveva in particolare campagne di prevenzione contro l’abuso di alcol, pubblicizzando eventi durante i quali sarebbero stati distribuiti materiali informativi e alcol test gratuiti.
In realtà i finanzieri della tenenza di Guastalla hanno scoperto come una delle attività effettive fosse proprio quella di somministrazione di bevande alcoliche e di superalcolici, svolta peraltro senza essere in possesso di alcuna licenza commerciale e con la veste associativa a fare da “schermo” per non dichiarare le entrate e dunque non dover pagare le imposte.
I militari delle Fiamme Gialle della Bassa reggiana hanno anche appurato un utilizzo indiscriminato del patrimonio associativo da parte del responsabile legale, che utilizzava il conto corrente dell’ente per effettuare spese personali: serate in discoteca, cene al ristorante, acquisto di capi di abbigliamento sportivo e prodotti cosmetici, acquisto di bomboniere e palloncini in occasione di celebrazioni.
Non solo: durante l’ispezione il responsabile legale della sedicente associazione, nel tentativo di giustificare gli introiti derivanti dall’attività commerciale, ha mostrato ai finanzieri reggiani un documento che attestava falsamente come gli incassi non fossero da imputare alla propria associazione ma a un altro soggetto. La Guardia di Finanza, inoltre, ha accertato l’impiego “in nero” di un lavoratore e il pagamento del suo compenso in contanti.
Per questi motivi è stata contestata la cosiddetta “maxi-sanzione” e l’irregolarità è stata segnalata all’ispettorato del lavoro di Reggio e agli altri enti previdenziali e assistenziali (Inps e Inail). L’associazione è stata classificata come “evasore totale” ai fini dell’imposta sul valore aggiunto, non avendo mai presentato la relativa dichiarazione annuale. Il responsabile legale, invece, è stato denunciato per violazione dell’art. 10 del decreto legislativo n. 74/2000, avendo distrutto oppure occultato fatture e altri documenti fiscali per evadere le imposte sui redditi e sul valore aggiunto, e per violazione degli articoli 483 e 494 del codice penale, per aver creato un documento falso e per il reato di sostituzione di persona.
Ultimi commenti
Anche l' Ordine degli Avvocati di Reggio Emilia .
Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
Diranno, sia a sinistra che a destra, che c'è un disinteresse della politica, in particolare dei giovani, diranno che molti non votano perché pensano che, […]