Il quadro considerato complessivamente “critico” della situazione delle strutture ospedaliere dell’Emilia-Romagna, schiacciate dall’impatto dell’emergenza sanitaria Covid-19, ha fatto sì che da inizio marzo – e fino a scenari epidemiologici più favorevoli – sono state sospese le attività di ricovero programmate procrastinabili in tutte le aziende sanitarie del territorio regionale; rimangono invece garantite le urgenze.
Nel periodo compreso tra il 20 febbraio e l’8 marzo l’occupazione delle terapie intensive in regione è stata del 37,6%, con la soglia critica indicata dal ministero (quella del 30%) che è stata superata lo scorso 28 febbraio.
Dall’inizio della pandemia a oggi, ha sottolineato la Regione, è stato realizzato un robusto piano di rafforzamento (+70%) della rete ospedaliera, a partire dai posti letto di terapia intensiva, passati dai 449 di fine 2019 ai 760 totali di oggi (605 permanenti e 155 temporanei). Alla data dell’8 marzo, dei 760 posti letto di terapia intensiva erano 333 quelli attivati per i pazienti Covid, 286 dei quali risultavano occupati (50 pazienti in più solo nell’ultima settimana) – un tasso di occupazione pari a quasi il 90% dei posti riservati ai pazienti Covid, anche se la regione può contare su altri 427 posti letto attivabili all’occorrenza.
Per quanto riguarda i posti letto ordinari, invece, al momento il tasso di occupazione risulta essere del 47,2% a livello regionale. I posti letto attivati per pazienti Covid sono complessivamente 3.046, 2.563 dei quali (l’86%) risultano attualmente occupati. Nel privato accreditato, infine, risulta occupato il 54% dei posti Covid ordinari, ossia 460 posti letti sui 837 a disposizione (con un aumento di 155 solo nell’ultima settimana).
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Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
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