La Regione Emilia-Romagna ha riconfermato il suo impegno su transizione ecologica e transizione digitale e sulla ricerca di soluzioni strutturali alla questione ambientale: lo ha fatto con il capo della segreteria politica della giunta regionale Giammaria Manghi, che è intervenuto al convegno di Confcooperative Reggio su “Sostenibilità & competitività”, primo appuntamento dell’ampio percorso messo a punto dalla centrale cooperativa reggiana (con il contributo del comitato territoriale reggiano di Iren) per sostenere le imprese in passaggi che devono portare – come ha spiegato il presidente provinciale di Confcoop Matteo Caramaschi – a “uno sviluppo che sia per tutti, fondato su elementi di equità e giustizia sociale, rispettoso delle risorse comuni e in grado di assicurare una nuova competitività delle imprese fondata proprio su questi valori”.
Il Patto regionale per il lavoro e per il clima, ha ricordato Manghi, “è l’ambito in cui tutti (Regione, enti locali, associazioni imprenditoriali, scuola, atenei, associazioni ambientaliste, terzo settore e volontariato, professioni, Camere di commercio e banche) ci troviamo e ci riconosciamo in un progetto di rilancio e sviluppo dell’Emilia-Romagna fondato sulla sostenibilità ambientale, economica e sociale”.
Una sostenibilità, con una particolare attenzione all’ambiente e alla qualità del lavoro, che oggi è sempre più premiata sia dalle misure pubbliche che dagli istituti di credito, generando così una nuova possibilità competitiva per le imprese più virtuose.
Proprio di queste opportunità hanno parlato la responsabile del servizio assistenza alle imprese della Camera di commercio di Reggio Claudia Bartoli, la responsabile dell’ufficio sviluppo del territorio e sostenibilità di Emilbanca Irene Checchi e Paola Ferrara, responsabile sostenibilità di Confcooperative nazionale; oltre allo stesso Manghi, che ha sottolineato come siano il Fondo sociale europeo (Fse) e il Fondo europeo per lo sviluppo regionale (Fesr) i due programmi che meglio possono favorire il tema della sostenibilità ambientale e sociale.
In Emilia-Romagna il Fse avrà ricadute per oltre un miliardo di euro: la metà dei fondi è destinata all’occupazione (340 milioni per i giovani e 160 milioni per la rioccupabilità), ma investimenti importanti sono previsti anche per l’inclusione sociale (280 milioni) e per istruzione e formazione (200 milioni). Dal Fesr, invece, arriveranno sul territorio regionale 530 milioni per ricerca e innovazione, 340 milioni per la decarbonizzazione e 200 milioni per la mobilità sostenibile.
Risorse rilevanti, dunque, che si inseriscono in uno scenario in cui anche i bandi del sistema camerale e diversi istituti di credito (in quest’ambito tutto il sistema delle banche di credito cooperativo) sono sempre più orientati a sostenere una svolta che abbia come riferimento la crescita di una competitività delle imprese fondata su elementi di sostenibilità, in un’accezione che va oltre la pur fondamentale tutela dell’ambiente.
Al confronto, organizzato nella sede di Confcooperative Reggio, sono intervenuti anche l’assessora alle politiche per la sostenibilità del Comune di Reggio Carlotta Bonvicini, la direttrice Csr e dei comitati territoriali di Iren Selina Xerra, il docente di economia e gestione delle imprese e direttore del Gruppo ricerca sostenibilità della Scuola Sant’Anna di Pisa Marco Frey e Valerio Maramotti, delegato al tema della sostenibilità del consiglio di presidenza di Confcooperative Reggio Emilia.
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Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
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