Nonostante l’inflazione galoppante, arrivata a toccare a giugno l’incremento record di +8% su base annua, e l’aumento dei prezzi delle materie prime e dell’energia, che ha colpito circa 8 realtà aziendali su 10, il settore delle costruzioni continua a restituire riscontri positivi.
Le imprese di produzione, distribuzione e servizi per il settore delle costruzioni (edilizia e impianti) dell’Emilia-Romagna, secondo il monitoraggio dell’osservatorio Saie (realizzato da Senaf in previsione della fiera delle costruzioni, in programma a BolognaFiere dal 19 al 22 ottobre), si sono infatti dichiarate generalmente soddisfatte del proprio giro d’affari. Nell’ultimo anno poco meno della metà di queste (il 47%) ha dovuto addirittura rinunciare ad alcuni lavori per le troppe richieste, mentre il 62% sta puntando sull’assunzione di nuovo personale per aumentare la capacità produttiva – soprattutto operai (sia altamente specializzati che non), impiegati e specialisti digital/Bim. L’aumento dei prezzi dell’energia e delle materie prime ha avuto un impatto negativo sulla forza lavoro solo per il 4% del campione.
Un grande aiuto al settore, come era prevedibile, è arrivato dagli incentivi statali, e in particolare dal Superbonus 110%, che ad oggi ha determinato mediamente fino a un quarto del fatturato complessivo per quasi 9 aziende su 10. Le difficoltà macroeconomiche, invece, si sono concretizzate soprattutto in due aspetti: l’aumento dei prezzi del prodotto finito (per il 74% delle imprese) e i ritardi nelle consegne (per il 63%).
L’indice di fiducia generale, in ogni caso, è rimasto alto: la percentuale del corpo imprenditoriale complessivamente soddisfatto dell’andamento attuale della propria azienda è salita infatti fino a quota 82%, ben 11 punti percentuali in più rispetto al 71% del quadrimestre precedente. Quasi 8 realtà aziendali su 10 (il 76%) negli ultimi quattro mesi hanno fatto registrare un incremento a livello di fatturato, e si aspettano di chiudere l’anno con il segno più, a dimostrazione della vivacità della filiera. Anche la soddisfazione relativa al portafoglio ordini fornisce un’ulteriore conferma al trend positivo: ben il 94% degli intervistati dell’Emilia-Romagna lo ritiene infatti adeguato ai livelli di sostenibilità finanziaria, un dato superiore di 4 punti percentuali rispetto alla media nazionale.
Secondo gli imprenditori emiliano-romagnoli a favorire la ripartenza del settore, dopo anni difficili, sono stati soprattutto gli incentivi statali, seguiti dalla riforma della burocrazia e dallo sblocco dei cantieri. Secondo molti degli intervistati il Superbonus 110% ha avuto un impatto positivo sul giro d’affari della propria azienda, anche se per il 40% delle imprese le difficoltà ad accedere allo sconto in fattura e alla cessione del credito rischiano di danneggiare il comparto. Per quanto riguarda il Pnrr, invece, le imprese guardano con favore soprattutto a incentivi e investimenti relativi all’efficientamento energetico e alla messa in sicurezza del patrimonio edilizio, sia pubblico che privato.
A minacciare il potenziale del comparto, invece, oltre all’aumento dei prezzi delle materie prime spicca l’incertezza normativa. Per il 39% del campione, inoltre, uno dei problemi fondamentali è rappresentato dalla carenza di formazione tecnico-professionale, anche se allo stato attuale l’88% degli imprenditori e delle imprenditrici ritiene il livello di competenze del proprio personale in linea con le esigenze dell’azienda. Non è percepito in maniera particolarmente critica il costo della forza lavoro, giudicato generalmente sostenibile.
La filiera delle costruzioni si sta affacciando alla rivoluzione digitale cercando di farsi trovare pronta: l’86% delle aziende ha dichiarato di investire in ricerca e innovazione fino a circa un terzo del proprio fatturato, puntando soprattutto su sicurezza informatica, connettività/5G, cloud computing, robotica collaborativa e intelligenza artificiale. L’altro trend del momento è la sostenibilità, che vede impegnate le imprese soprattutto attraverso l’uso di dispositivi a basso consumo energetico, l’isolamento termico, la realizzazione di edifici in classe A o Nzeb e l’acquisto di macchinari e/o impianti efficienti e di nuova generazione. È ancora molta, invece, la strada da fare sui criteri Esg (environmental, social and governance), sconosciuti a due terzi del campione (67%).
“I numeri del nostro osservatorio mettono in luce, anche in Emilia-Romagna, una filiera in buona salute, pronta a intraprendere un percorso che metta al centro i concetti di innovazione, sostenibilità e formazione anche per far fronte a uno scenario economico complesso”, ha spiegato il direttore generale di Saie Emilio Bianchi: “Veniamo da due anni di grandi trasformazioni, che richiedono un continuo aggiornamento non soltanto in termini di competenze, ma anche di networking e conoscenza del mercato. Non è un caso, infatti, che il 73% delle aziende abbia espresso la volontà di allargare la propria rete di contatti, indeboliti a causa della pandemia. Se a questo aggiungiamo che circa la metà degli intervistati vuole accrescere la propria visibilità, diventa evidente l’importanza di un appuntamento fieristico dedicato all’intero sistema delle costruzioni come Saie”.
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Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
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