Negli ultimi cinque anni, e in particolare nel 2020 per affrontare l’emergenza Covid-19, la Regione Emilia-Romagna ha investito in maniera massiccia sul rafforzamento dell’organico degli ospedali e dei luoghi di cura. Nel quinquennio 2016-2020 sono state infatti 23.298 le assunzioni in sanità, 8.626 delle quali solo durante il primo anno di pandemia.
Per un terzo si tratta di dipendenti del Sistema sanitario regionale che hanno visto il loro contratto flessibile convertito in uno a tempo indeterminato: sono stati 2.988 nel 2020, di cui la maggior parte infermieri (1.160), medici (445) e operatori socio-sanitari (486). Guardando al totale, dal 2016 ad oggi sono stati 7.470 i contratti stabilizzati in Emilia-Romagna, tra i quali 2.110 medici e 2.270 infermieri: si tratta del 32% del totale delle nuove assunzioni a tempo indeterminato.
I numeri sono stati evidenziati dall’assessore regionale alle politiche per la salute Raffaele Donini durante un incontro a Bologna con i rappresentanti della Fp-Cgil. Ai delegati del sindacato, che hanno presentato le firme raccolte con una petizione per la stabilizzazione del personale, l’assessore ha ricordato come anche per il 2021 e per il 2022 la Regione abbia intenzione di avvalersi di tutte le possibilità attualmente offerte dalla normativa di settore per la conversione a tempo indeterminato dei contratti di lavoro precari.
In particolare sono due le novità sulle quali fa affidamento la Regione: da una parte la proroga fino a fine 2021 degli strumenti di reclutamento speciali introdotti lo scorso anno per far fronte alla pandemia, dall’altra l’estensione fino alla fine del 2021 del periodo da prendere in considerazione per soddisfare il requisito dell’anzianità lavorativa previsto per la partecipazione alle procedure di stabilizzazione, che sarà valida anche per il personale assunto con tipologie contrattuali flessibili durante la fase di emergenza sanitaria. Queste possibilità aggiuntive, tuttavia, riguardano solo il personale sanitario e quello tecnico che opera in stretta collaborazione con i sanitari.
“La nostra sanità mette al centro le persone, e questo vale tanto per i pazienti quanto per chi di loro si prende cura, dai medici agli Oss passando per gli infermieri e i tecnici”, ha detto Donini: “È stato un impegno importante per l’ente ma che è stato ed è ripagato dall’altissima e riconosciuta qualità della nostra sanità, in cui il personale è sicuramente il valore aggiunto. E il nostro impegno non si ferma, perché anche nel 2021 puntiamo a continuare su questa strada”.
“Siamo orgogliosi – ha aggiunto Donini – di aver potenziato la nostra rete di assistenza e lo siamo ancora di più di averlo fatto contrastando il precariato, a partire cioè dagli uomini e dalle donne che già ogni giorno si prendevano cura dei cittadini, senza avere garanzie certe sul proprio futuro. Ci piace poi anche pensare che dietro tanti di questi contratti stabilizzati ci siano ragazze e ragazzi che hanno ottenuto il giusto riconoscimento per il loro percorso di studi e non sono stati così costretti ad abbandonare la loro regione o addirittura il loro Paese”.
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Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
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