Mercoledì 6 luglio l’assessora regionale all’ambiente Irene Priolo ha illustrato ai consiglieri e alle consigliere della commissione territorio, ambiente e mobilità della Regione Emilia-Romagna le linee strategiche del Piano aria integrato regionale Pair 2030, che può contare su risorse complessive pari a 148,6 milioni di euro, oltre 66 dei quali già nel primo triennio. Cifre che, come ha spiegato Priolo, “sono incrementabili con altre fonti di finanziamento, la cui programmazione deve però essere ancora fatta. Questo piano parte con gambe robuste”.
Dopo la procedura di infrazione e la condanna dell’Unione europea per gli eccessivi sforamenti (ne sono concessi fino a un massimo di 35 all’anno) dei limiti giornalieri (pari a 50 microgrammi per metro cubo) di concentrazione delle polveri sottili Pm10 nell’aria nelle regioni del bacino padano, sono stati adottati provvedimenti emergenziali per rientrare nei parametri entro il 2025. In Emilia-Romagna sono stati registrati più sforamenti del consentito nelle province di Piacenza, Parma, Reggio, Modena, Ferrara e Rimini.
Per quanto riguarda il biossido di azoto, i limiti (anche grazie al lockdown imposto nelle fasi più acute della pandemia di nuovo coronavirus) sono stati rispettati quasi ovunque sia nel 2020 che nel 2021, ad eccezione del territorio della città metropolitana di Bologna. I limiti delle polveri sottili Pm 2.5, invece, sono stati superati per 17 volte solo a Piacenza e a Reggio.
A incidere di più sulle emissioni di Pm10 sono l’agricoltura (per il 33%), il traffico veicolare (27%), il riscaldamento a legna (18%), l’industria (9%), il traffico aereo (6%), il riscaldamento non a legna (meno del 5%). In città le componenti più rilevanti su questo fronte sono il traffico veicolare e il riscaldamento; poi ci sono le autostrade, “ma la Regione non ha competenze per intervenire”, ha spiegato Priolo.
L’assessora ha anche ricordato i risultati raggiunti con il Piano aria 2020: il 94% delle azioni sono state avviate, portando alla riduzione di biossido di azoto (-44%), della componente organica volatile (Cov, -71%), dell’ammoniaca (-10%), delle polveri sottili Pm10 (-50%) e del biossido di zolfo derivante da procedimenti industriali (-80%). Riduzioni che, secondo le stime, hanno evitato costi per 245 milioni di euro complessivi, 240 dei quali legati alla sanità.
Le linee strategiche del Pair 2030 comprendono diversi obiettivi: riduzione delle emissioni inquinanti, azioni su combustione di biomasse e trasporti, attività da realizzare sul bacino padano e in sede locale; uso del metodo predittivo, ovvero attuare le misure emergenziali prima degli sforamenti, sulla base di modelli meteo; integrazione del piano con tutte le politiche settoriali e gli altri piani strategici (Agenda 2030, acqua, rifiuti, energia).
Sul fronte dei trasporti, ha spiegato Priolo, “ci stiamo già muovendo”. Per quanto riguarda il tema del riscaldamento, invece, “si devono limitare le biomasse”, ha detto la titolare dell’assessorato all’ambiente, ammettendo che “siamo un po’ in difficoltà su agricoltura e zootecnica: è complicato avere un’incidenza maggiore, servono finanziamenti per accompagnare le misure, sono stati chiesti due miliardi ma non sono stati finanziati nel Programma di sviluppo rurale (Psr)”.
La Regione, che grazie al Piano aria 2020 aveva già ridotto le emissioni di diversi inquinanti, prevede di far calare ulteriormente i livelli entro il 2030: ossido di azoto -4% (oltre 2,5 tonnellate in meno), Cov, -5% (4,9 milioni di tonnellate), ammoniaca -25%, polveri sottili Pm10 -13%, polveri sottili Pm2,5 -15%, mentre per il biossido di zolfo l’obiettivo è stato quasi raggiunto.
Tra le altre misure saranno finanziate, anche per i piccoli comuni, le biciclette a pedalata assistita, ed è previsto il cofinanziamento al 75% di un abbonamento al trasporto pubblico locale per chi rottama un veicolo. Ci sono poi 23 milioni per le piste ciclabili. “Per la prima volta – ha sottolineato Priolo – è finanziata anche l’agricoltura: il bando di 10 milioni per la copertura delle vasche di stoccaggio dei liquami è esaurito e ci sono state domande per 30 milioni. Dal 2022 arriveranno altri soldi dall’assessorato all’ambiente”.
Altre risorse (177.000 euro) riguardano “Move in”: il sistema, attivo con un’app in Piemonte e Lombardia, a cui si aggiungeranno a breve appunto Emilia-Romagna e Veneto, non prevede più limiti invernali, ma chilometrici (calcolati con una black box sull’auto) assegnati in base alla classe ambientale del veicolo. Costerà 50 euro il primo anno e 20 euro per gli anni successivi.
Da Por (Programma operativo regionale) e Fesr (Fondo europeo di sviluppo regionale), inoltre, sono a disposizione in totale 230 milioni, ripartiti per la mobilità sostenibile e la qualità dell’aria (40 milioni) e per sostenibilità, decarbonizzazione e biodiversità (190 milioni).
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Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
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